Usate auto civetta e agenti in borghese

Vigilanza 24 ore su 24. Sulla base di quello che viene chiamato “dispositivo permanente”.È il grande impegno della Guardia di finanza di Gorizia che non sottovaluta l’estrema permeabilità del confine...
Vigilanza 24 ore su 24. Sulla base di quello che viene chiamato “dispositivo permanente”.


È il grande impegno della Guardia di finanza di Gorizia che non sottovaluta l’estrema permeabilità del confine con la Slovenia. Sono stati istituiti anche pattugliamenti in borghese proprio per sfruttare al massimo l’effetto-sorpresa. E i risultati sono molteplici, non ultimo quello del falso Made in Italy di cui parliamo diffusamente nel servizio di apertura.


«Effettuiamo - rimarca il comandante provinciale, il colonnello Giuseppe Antonio D’Angelo - vigilanza palese e non palese, analizzando attentamente i flussi. Ci sono persone che hanno lavorato con grande impegno tutti i giorni delle recenti festività. Siamo impegnati nel controllo di un’area di confine dove il contrasto si concentra sul contrabbando, specie di gasolio, nonché sul sequestro di valuta in entrata e in uscita». Quello della Gdf, insomma, oltre a un lavoro di monitoraggio del territorio segue un percorso investigativo che porta a individuare le violazioni.


Gorizia si conferma, anche, come una delle rotte privilegiate del traffico di cuccioli. L’ulteriore conferma la si è avuta poco prima di Natale. In realtà, il capoluogo isontino e i suoi valichi confinari vennero toccati solamente di “passaggio”. Come si ricorderà, una quarantina di cuccioli di cane, impauriti e affamati, infatti vennero sequestrati dalla Polizia stradale di Altedo (Bologna), che intercettò in quell’occasione, lungo l’autostrada A13, un traffico illegale di animali. Erano ammassati nel bagagliaio di due vecchie auto in arrivo da un non meglio definito Paese dell’Est e dirette verso il Centro Italia. Le vetture (una Punto e una Panda) erano entrate in autostrada a Gorizia, sulla A34, e i tre uomini a bordo sono tutti marchigiani: un 27enne di Fermo, un 34enne di Ascoli e un 30enne di San Benedetto del Tronto. Tutti vennero denunciati per “traffico illecito e maltrattamento di animali”, visto lo stato in cui tenevano i cagnolini. A farli bere e rifocillarli ci pensarono gli stessi poliziotti, in attesa di affidarli alle cure dei veterinari e collocarli in un canile, anche per verificare l’esistenza (ritenuta improbabile) di
microchip
che potessero aiutare a scoprire la loro provenienza. A insospettire i poliziotti erano state le pessime condizioni delle due utilitarie sulle quali viaggiavano gli animali.


(fra.fa.)


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