«Uranio, cattiva gestione: nessun piano giunto in Comune»

Il vicesindaco Martini: «Aspetto i documenti, ma avrò poco tempo per esaminarli». Mercoledì o giovedì il vertice in Prefettura
Di Corrado Barbacini

La “Sea Bird”, il cargo danese che dovrà trasportare le barre di uranio radioattivo da ieri mattina è alla fonda al largo di Ancarano. Aspetta l’ok per attraccare al porto di Capodistria, la prima tappa del viaggio delle scorie che poi toccherà Trieste. Su quando la “Sea Bird” potrebbe attraccare all’ormeggio 54 in porto nuovo è fitto il mistero.

L’operazione - altamente pericolosa - gestita dalla Prefettura avrebbe dovuto aver luogo questa mattina all’alba. Ma durante la scorsa settimana le resistenze (soprattutto della Regione) e altre questioni tecniche e organizzative relative soprattutto al trasporto via terra delle barre di uranio dal deposito di Avogadro di Saluggia in provincia di Vercelli hanno rallentato la macchina. Un’operazione gestita male. Tant’è che, mentre la prefettura di Venezia (la prima fuori regione) ha già messo in rete sul proprio sito istituzionale la sintesi del piano della sicurezza, quella di Trieste lo farà, come ha annunciato il prefetto vicario Rinaldo Argentieri, solo tra qualche giorno. Quando i Comuni interessati potranno avere la relazione. Ma fino all’altra sera il documento (fondamentale per gestire sul territorio il transisto del carico pericolosisimo) non era ancora arrivato sul tavolo dei diretti interessati. Che - è bene ricordarlo - saranno chiamati a partecipare a una riunione ad hoc in Prefettura prevista tra mercoledì e giovedì. E su questo aspetto dei ritardi delle comunicazioni il vicesindaco Fabiana Martini è piuttosto irritata. Dice: «So che stavano riscrivendo i piani dell’emergenza anche in riferimento alla centrale nucleare più vicina che è quella di Krsko. Quando troverò quel documento lo esaminerò. Ma credo che questa questione poteva essere gestita in modo diverso, coinvolgendo fin da subito come è avvenuto in Veneto i Comuni interessati. Ci troveremo a dover dare un parere in due giorni. Ci voleva più chiarezza. È mancata la gestione dei tempi. E ora rischiamo di trovarci a decidere in breve». D’altra parte, dietro l’angolo, c’è anche la possibilità di un’ordinanza direttamente da parte del capo della protezione civile Franco Gabrielli. In questo senso è più possibilista l’assessore Umberto Laureni. Dice: «Ho sollecitato la riunione formale in Prefettura. Mi auguro che non si arrivi a un provvedimento da Roma. Perché questa un’occasione di dare un segnale di serietà istituzionale alla gente».

Insomma un vero e proprio pasticciaccio. Che potrebbe anche aggravarsi rendendo il clima ancor più incandescente da parte degli ambientalisti. Annuncia Roberto Giurastante portavoce del movimento Greenaction transnational: «Siamo pronti. Nel caso di una conferma ci saranno varie iniziative. Intanto con gli ambientalisti veneti e sloveni monitoriamo la situazione».

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