“Urania carsica”, ecco la copertura
«È stato il suo ultimo regalo». E non è stato trascurato. Sono parole che Stefano Borgani, direttore dell’Osservatorio astronomico creato da Margherita Hack, pronuncia quasi con commozione, dando appuntamento per il 10 maggio, giorno dell’”Open day” delle strutture scientifiche triestine. Quando anche “Urania carsica”, l’osservatorio di Basovizza creato nel 1956 ma dal 1988 aperto al pubblico per divulgazione e inattivo scientificamente, e dismesso nel 2010 perché molto in rovina, sarà visibile nella sua nuova veste, a restauro quasi completato.
Quando si vuole, dunque, mettendo ciascuno la propria piccola parte, si può. La grande campagna di raccolta fondi dello scorso anno, proseguita anche e soprattutto dopo la morte della scienziata lo scorso giugno, per corrispondere al suo grande desiderio di veder tornare la gente in quel posto dove si possono guardare le stelle, ha dato il suo frutto completo: tra sottoscrizioni (anche attraverso il nostro giornale), concerti (al teatro Verdi, sponsor il Comune, “star” Teddy Reno tra gli altri), e soprattutto con la spinta iniziale di Televita che aveva ricevuto “in mano” il desiderio di Margherita, i 130 mila euro per i lavori si sono trovati. Vi ha contribuito anche l’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica. E proprio a Natale una anonima donatrice aveva versato la grande somma di 80 mila euro, gesto eccezionale.
«La cupola - dice Borgani - l’abbiamo completata, nella copertura esterna e internamente. Adesso non ci sono più infiltrazioni d’acqua, principale motivo per cui l’Osservatorio era stato chiuso al pubblico. All’interno ci sono i bagni nuovi, una nuova rete per Internet, e sono solo da coprire di malta gli impianti elettrici rifatti. Agli interventi edilizi manca poco per essere completati, gli infissi sono già rinnovati, il portone di legno originale sarà rimesso al suo posto».
Rimane da acquistare un nuovo telescopio, quello in sede non è adeguatamente funzionante. È stata scartata l’ipotesi di rabberciarlo. Rispetto al punto di domanda dei mesi scorsi, su come trovare i fondi, adesso Borgani è molto più ottimista: «Sono molto fiducioso - dice senza poter entrare in dettagli - che troveremo il modo di acquistarlo. C’è una soluzione che ci piace molto, ma diamo ancora un po’ di tempo al tempo...». Anche il costo per adesso non viene esplicitato, perché vi sono più ipotesi in campo sul tipo di strumento da scegliere e sulle modalità per acquisirlo.
«Certi lavori - aggiunge il direttore dell’Osservatorio con simpatica ironia - li abbiamo fatti noi stessi, dell’Inaf... siamo brava gente che qualcosa sa anche fare». Non solo fisici e astrofisici, insomma, con gli occhi puntati alle galassie stellari, ma scienziati che ci mettono le mani. «La città - conclude Borgani - ci ha fatto un regalo, ma il regalo vero lo dobbiamo a Margherita Hack, senza di lei nulla sarebbe stato possibile». L’ultimo dono, appunto.
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