"Uno spreco le luminarie accese con il coprifuoco": a Trieste polemica bis sugli addobbi natalizi

Le opposizioni e lo storico negoziante Rigutti: «Città deserta alle 22, che senso ha una simile scelta?»
Una splendida immagine catturata da Andrea Lasorte
Una splendida immagine catturata da Andrea Lasorte

TRIESTE Non c’è pace per gli addobbi natalizi. Prima le polemiche gli abeti “super anticipati”, ora quelle per la prolungata accensione delle luminarie. Luci che, in piazza Unità, si spengono alle 6.30 del mattino e tra le altre vie di Trieste all’una. A dare il “la” al vivace dibattito questa volta è stata la consigliera di Open Sabrina Morena, la quale, in un video che la ritrae a passeggio tra gli abeti addobbati a festa nella piazza sotto il Municipio, ha evidenziato quello che lei ritiene un segnale di «scarso equilibrio», per gli «allestimenti sfavillanti in un momento come quello che stiamo vivendo» e pure per gli «orari di accensione: se i cittadini devono rimanere a casa dopo le 22, a beneficio di chi restano accese tutta la notte queste luci? Di topi e gabbiani?».

La consigliera di sinistra sostiene inoltre che, nel predisporre gli allestimenti natalizi, sarebbe servito anche tenere in considerazione che, «se a molti tante luci e tanto sfarzo possono fare allegria, ci sono anche tanti cittadini che non hanno i mezzi per passare il Natale come vorrebbero. In un periodo di pandemia serve moderazione, anche negli annunci, come quello sulla pista di ghiaccio che, vista la situazione, magari neppure si farà». Morena anticipa che presenterà una mozione per capire bene i costi.

Abeti e stella in piazza, luminarie nelle vie: acceso il Natale 2020
Foto BRUNI Trieste 06.11.2020 P.zza Unità: luci natalizie


Ma anche la consigliera del M5s Cristina Bertoni esprime perplessità. «In questo momento l’accensione delle luci si sovrappone a una situazione di coprifuoco – valuta – e dunque di fatto è uno spreco di energia». «Oggi – aggiunge Bertoni – il Natale è diventato un evento commerciale, e dunque, viste anche le difficoltà economiche che tanti cittadini stanno affrontando, ritengo sia bene limitarne ora l’accensione, per poi prolungarla nuovamente a dicembre, con l’avvicinarsi del Natale, come evento importante per la comunità e in segno di buon auspicio».

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Ma l’assessore al Turismo Giorgio Rossi non ci sta, e replica punto su punto. «Sono contestazioni di carattere filosofico da radical chic», sostiene l’esponente della giunta Dipiazza: «In piena campagna elettorale non si possono contestare dati oggettivi. Stiamo lavorando in prospettiva e, come ogni bravo imprenditore, sappiamo che non si investe quando le vacche sono grasse, bensì quando sono magre. Stiamo predisponendo un importante promozione di eventi per il prossimo anno, perché non si vive di sola Barcolana». L’assessore spiega che «i soldi spesi per luminarie e abeti, 470 mila euro inclusi posa, trasporto, immagazzinaggio, consumi di energia e collegamenti elettrici (gli ulteriori 120 mila euro per gli eventi di Natale non saranno probabilmente spesi) derivano dalla tassa di soggiorno e non si possono destinare ad altri capitoli di spesa». Entrando nei dettagli sui consumi, Rossi vuole precisare che «gli alberi sono allacciati all’illuminazione pubblica, si accendono e si spengono di conseguenza attraverso la regolazione crepuscolare. Le ore di illuminazione vanno mediamente dalle 17 alle 6.30 del giorno successivo, per 70 giornate continuative, con un costo complessivo di energia elettrica stimato in 5.011 euro, ovvero 71,59 euro al giorno». L’assessore valuta quindi «non conveniente dal punto di vista economico un allacciamento autonomo ed indipendente».

Diversa la gestione delle luminarie appese tra le vie cittadine. Hanno un’utenza a parte, regolata da un timer, restano accese dalle 16.30 all’una, per un consumo di energia, in 70 giorni, di 4.043,57 euro, 57,76 euro al giorno.

Ma nella querelle si inserisce anche Franco Rigutti. «Ritengo – spiega lo storico vicepresidente di Confcommercio, sottolineando però che le sue in questa circostanza sono considerazioni personali e non in rappresentanza di alcuna categoria – che, visto il lockdown al quale siamo sottoposti fino alle 22, per ora le luci natalizie si potrebbero spegnere tra le 22 e le 23, anche per un risparmio energetico. Si tratta comunque di soldi dei cittadini che potrebbero essere spesi diversamente».

Pronta anche in questo caso la replica di Rossi. «Laddove, come auspicato da qualcuno, si volessero spegnere le luminarie durante il cosiddetto “coprifuoco”, riducendo l’orario a 5. 30 ore, il risparmio per tutti i 70 giorni del periodo natalizio, ammonterebbe a 1.461 euro». Plaude invece all’iniziativa del Comune il presidente di Confcommercio e Camera di Commercio Antonio Paoletti, che, ricordando come negli anni passati i commercianti fossero chiamati a sostenere in parte le luminarie, «quest’anno il Comune ha illuminato la città a proprie spese, facendo di fatto risparmiare i singoli commercianti».—


 

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