All’Università di Trieste arriva la farmacia virtuale per formare i professionisti del futuro
Il laboratorio didattico simula una vera attività con scaffali e strumenti per le analisi: così si abbina la pratica alla teoria
È una farmacia a tutti gli effetti, con tanto di bancone con due terminali dotati di software gestionali, scaffali con prodotti per la salute, cabina servizi con strumentazione per i test diagnostici e le analisi, frigorifero e zona per le preparazioni galeniche, aula attrezzata con sistema di proiezioni. Si trova all’interno della sede universitaria di Piazzale Europa ed è il nuovo laboratorio didattico di “Farmacia simulata” realizzato dall’ateneo triestino nell’edificio centrale del campus: a disposizione degli studenti dei corsi di laurea in Farmacia e Chimica e tecnologie farmaceutiche, consentirà loro di fare pratica su tutte le attività e i servizi che oggi possono venire erogati all’interno di una farmacia.
Cambiato il profilo del farmacista
«Il profilo del farmacista è molto cambiato in questi ultimi anni, in particolare in seguito all’emergenza pandemica – spiega Teresa Gianferrara, coordinatrice dei corsi di Farmacia e di Chimica e tecnologie farmaceutiche –: oggi in farmacia, oltre a potersi misurare la pressione, ci si può vaccinare, si può effettuare un elettrocardiogramma o delle analisi a sangue capillare di glicemia e altre tipologie di analisi. Grazie a questa “Farmacia simulata”, che ricrea una farmacia reale, possiamo abbinare alle nozioni teoriche che i ragazzi apprendono durante i corsi curricolari anche delle attività pratiche, che consentano loro di simulare tutte le operazioni che si troveranno poi a svolgere una volta entrati nel mondo del lavoro. L’idea è di adattare questo spazio a un contesto in continua evoluzione: perciò via via implementeremo anche altre attività e competenze, come quelle legate alla telemedicina».
Terzo ateneo con il laboratorio
L’Università di Trieste è il terzo ateneo d’Italia a dotarsi di un laboratorio di questo tipo, un luogo fisico reale, attrezzato come una vera farmacia aperta al pubblico, che potrà affiancare e integrate le lezioni teoriche degli insegnamenti del IV e V anno di corso. Il nuovo laboratorio è entrato in funzione già nel primo semestre: «Finora nel mio insegnamento l’abbiamo impiegato in diverse modalità operative: dall’utilizzo del gestionale per la gestione dei farmaci e dei diversi tipi di ricette alla pratica sui diversi tipi di analisi che un farmacista può effettuare – racconta Massimiliano Pio Di Cagno, il primo docente ad aver impiegato il laboratorio per i suoi corsi di legislazione farmaceutica –. Così gli studenti possono essere messi di fronte all’attività pratica prima di iniziare il tirocinio in farmacia, obbligatorio per legge».
Strumento pratico
«È uno strumento utile per farsi un’idea concreta di cosa significhi operare in una farmacia: i colleghi che mi hanno preceduto arrivavano al tirocinio senza aver mai testato l’ambiente lavorativo», è il commento di Enrico Corte, studente all’ultimo anno di Chimica e tecnologie farmaceutiche. L’intenzione dell’ateneo per il futuro è di utilizzare la Farmacia simulata per la pratica in un maggior numero di insegnamenti, in attesa di vedere come muterà il panorama in seguito alla riforma del corso di laurea in Medicina, che abolisce il numero chiuso: sarà un cambiamento che, sottolinea Paolo Tecilla, direttore del dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche, non potrà non avere ripercussioni anche sulle attività dei corsi di laurea (ad accesso programmato) in Farmacia e Chimica e tecnologie farmaceutiche.
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