Università, salvi tutti i corsi Il piano va al ministero
Ce l’hanno fatta. Con l’aiutino del ministero dell’Università, pressato da tutti gli atenei strozzati da carenza di docenti. Gli insegnamenti per il prossimo anno accademico all’Università di Trieste sono salvi. Non ci sono cancellazioni e tagli. Il piano definitivo dell’offerta formativa è stato licenziato l’altro giorno. Sarà inviato al ministero che dovrebbe approvarlo entro giugno. A quella data la lista dei corsi disponibili sarà ufficiale, verrà pubblicata sul sito e sarà consultabile dai futuri iscritti.
Mesi di lavoro sono costate le due pagine e mezzo di elenchi che fotografano tutto ciò che l’Università insegna, da sola o “interateneo” con Udine, in collaborazione con la Sissa e con il Centro di fisica teorica, misure prese già a suo tempo per sorreggere l’impianto didattico. Tutto ciò dopo una prima lacerante fase pre-natalizia ancora basata su parametri più stretti: il ministero chiedeva per attivare un corso almeno 4 docenti per anno, dunque 12 per un corso triennale e 8 per i due anni di laurea magistrale. Ai primi di gennaio l’elastico si è allentato. Sufficienti 3 professori per anno. Si è passati da 12 a 9 e da 8 a 6. L’alternativa era secca. Più docenti? Meno insegnamenti. O il contrario. Ha vinto la seconda linea.
Il caso più serio si era rivelato al Dipartimento di studi umanistici, troppo smagrito di docenti. E lacerato da scelte che sembravano sacrifici ineludibili. «Invece come corso, o come “curriculum” di studi interno a esso (che non ha più vincoli sul numero di docenti e che poi sbocca in una laurea magistrale) sono salvi sia Lingue e letterature straniere, sia Scienze della comunicazione - spiega Donata Vianelli, delegato del rettore Maurizio Fermeglia all’Orientamento degli studenti, in entrata e anche in uscita verso il lavoro una volta laureati -, la razionalizzazione precedente era costata fatica e dispiaceri. Adesso, con questi numeri, l’offerta didattica è sostenibile per il nostro corpo docente. E abbiamo anche dato ordine a certi corsi con insegnamenti quasi simili».
Studi umanistici contiene percorsi di studio su letterature, storia e archeologia del mondo antico, studi letterari e storico-artistici, storia dell’arte, letterature, comunicazione, spettacolo. Chi vuole laurearsi in Comunicazione lo farà: prosegue alla “magistrale”, intitolata a Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità. Un’altra grande novità è che non si cancella Ingegneria navale, un fiore all’occhiello che era sembrato in bilico. Eccola tutta intera: laurea triennale e magistrale. Interpretazione e traduzione, erede della prestigiosa “Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori”, conserva un solo ciclo, Comunicazione interlinguistica applicata (triennale) e Traduzione specialistica e interpretazione di conferenza (magistrale).
Sono solo alcuni esempi. I campi di studio non si sovrappongono che in parte alle ex facoltà, e non coincidono coi dipartimenti. Sono capitoli tematici delle varie discipline «che il rettore - prosegue Vianelli - ha da subito organizzato in tre grandi gruppi secondo i criteri europei della ricerca, solo da una buona ricerca discende infatti una buona didattica».
La prima area è delle Scienze sociali e umanistiche con economia e management, giurisprudenza, interpretazione e traduzione, studi letterari antichi e moderni, lingue moderne, comunicazione, archeologia, storia dell’arte, storia e filosofia, scienze dell’educazione e servizio sociale, scienze politiche, internazionali e diplomatiche; la seconda è tecnologico-scientifica con architettura, a ciclo unico, ingegneria, chimica, fisica, matematica, statistica e scienze attuariali, scienze della terra, scienze e tecnologie dell’ambiente. E la terza è l’Area delle Scienze della vita e della salute: farmacia e tecnologia farmaceutiche, biologia, biotecnologia e neuroscienze, scienze mediche, chirurgiche e della salute.
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