Università popolare di Trieste, Benussi rimette il mandato
Era stata nominata presidente a fine 2017. L’ente avrebbe tre anni di bilanci in rosso. Nei giorni scorsi altri due addii
Foto BRUNI 05.09.2018 Università Popolare
TRIESTE La presidente dell’Università popolare di Trieste, Cristina Benussi, ha rimesso il suo mandato. Lo ha fatto ieri inviando una lettera al presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. «In questo momento il mio unico interlocutore è il presidente Fedriga al quale ho rimesso il mandato», si limita a commentare Benussi a poche ore dalla sua decisione, preferendo non rilasciare dichiarazioni sulle motivazioni che l’hanno spinta a prendere questa decisione. E nemmeno replicare alle parole espresse dall’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, in merito alla vicenda che sta travolgendo Upt.
Benussi, membro del Cda come rappresentante della Regione, era stata nominata presidente con un voto unanime da parte del consiglio di amministrazione dell’ente morale di piazza Ponterosso, l’11 ottobre scorso. È stata la prima presidente donna dal 1989, data della fondazione dell’Università.
In poche ore all’Upt la situazione è precipitata. Giorni fa a dimettersi manifestando disappunto per l’attuale gestione, erano stati i consiglieri Renzo Grigolon e Roberto Fermo, il primo rappresentante dei soci, il secondo membro indicato dal Comune di Trieste che l’ha già sostituito con Piero Colavitti. Alla base del maremoto che sta travolgendo l’ente ci sarebbe un buco finanziario e tre anni di bilanci in perdita.
Benussi ieri ha inviato una lettera anche all’assessore Gibelli. Nella missiva l’ormai ex presidente spiega di aver inviato quanto richiesto dagli uffici di Gibelli. «Ho risposto – spiega l’assessore alla Cultura – specificando che a noi sono pervenuti i bilanci solo fino al 2016. Manca, non so se perché non sia stato fatto o perché non intendono inviarlo, il 2017». Quindi, una parte dei bilanci era stata inviata. Invece, riguardo al consuntivo 2017, è già stato anticipato che verrà presentato in questo mese di settembre. «Riguardo alla documentazione relativa agli atti di nomina dei componenti dei Cda e del Cdr, – specifica Gibelli – Benussi indica che sono stati spediti con posta ordinaria, anomalo nel 2018, ma noi non li abbiamo ricevuti».
Intanto, ieri, il consigliere regionale di Fi, Piero Camber, ha presentato un’interrogazione a risposta immediata, chiedendo all’assessore alla Cultura «se Upt abbia ottemperato alle disposizioni del presidente della Regione e se eventuali atti successivi, contrari a quanto hanno indicato, siano considerati validi». E, ancora, «in quale data l’Upt abbia fornito la documentazione richiesta dall’assessore».
Della difficile situazione finanziaria era già a conoscenza anche il presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota. «Ho notizia che il buco superi abbondantemente i 300 mila euro: si parla di 480 mila euro. Ci sono delle responsabilità sul controllo, mi chiedo come si sia arrivati ad un buco simile in un ente che gestisce fondi pubblici». E se venisse proposto proprio a Lacota di fare il presidente? «Con un Cda espressione di tanti enti, risponderei “no, grazie”. Se invece mi viene chiesto di studiare un piano di ristrutturazione dell’ente, potrei pensarci». –
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