Università popolare “bloccata” E il cda si appella alla Regione

Lettera del vicepresidente Codarin e del delegato del Comune Colavitti a Fedriga Direttivo ridotto all’osso: chiesta la nomina dei due componenti di competenza
Foto BRUNI 05.09.2018 Università Popolare
Foto BRUNI 05.09.2018 Università Popolare



Preoccupazione per l’attuale precarietà dell’ente e una richiesta di autorevole intervento da parte della Regione con la nomina dei due componenti di competenza in seno al cda per restituire operatività all’Università popolare di Trieste. È questo, in sintesi, il contenuto della missiva che il vicepresidente di Upt, Renzo Codarin, e il delegato in cda del Comune, Piero Colavitti, hanno voluto inviare al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

Una lettera originata dai problemi di gestione di Upt che, a seguito anche delle dimissioni di Cristina Benussi da presidente, si ritrova con un consiglio direttivo ridotto all’osso, che fa difficoltà a raggiungere il numero legale quando viene convocato, non consentendo così all’organo amministrativo di deliberare alcunché, nemmeno le paghe dei dipendenti.

Codarin, che dalle dimissioni di Benussi ha assunto la rappresentanza legale per la gestione dell’ordinaria amministrazione dell’ente, ha a sua volta scritto a Fedriga, al prefetto e alla Farnesina segnalando che «il consiglio direttivo convocato lo scorso 10 dicembre non ha raggiunto il numero legale per poter operare, vista l’assenza di due componenti in carica (Francesco Saverio De Luigi, rappresentante della Farnesina, e Massimiliano Rovati, rappresentante dei soci), dovendo così rinviare decisioni utili al funzionamento dell’ente». L’ex presidente della Provincia parla di «situazione di criticità» e del «possibile pregiudizio, che essa può determinare all’attività istituzionale». Colavitti, in qualità di membro indicato dal sindaco, ha scritto proprio a Dipiazza, informandolo della «grave situazione dell’ente», della lettera inviata a Fedriga, ma spiegando anche che «qualora questa situazione non venga risolta nel più breve tempo possibile, anche nel rispetto di tutti gli impegni e degli interessi di tutto il personale dipendente dell’Università popolare di Trieste, sarò costretto, mio malgrado, a rinunciare all’incarico».

Insomma, senza la nomina dei due designati da parte della Regione, l’attività ordinaria è bloccata: «L’ente – indica Colavitti – è in balia di se stesso e non riesce a far fronte neanche alle scadenze previste da norme e regolamenti». È bene ricordare che Upt non ha ancora approvato il bilancio del 2017. Il “nucleo di valutazione” composto da Alessandro Paolini, indicato dalla Regione, e dal viceprefetto aggiunto Marzia Baso, indicata dalla Prefettura di intesa con il ministero degli Esteri, ha iniziato il suo lavoro già dallo scorso 14 novembre. Dovrebbe terminare entro fine anno o, al massimo, entro le prime settimane del 2019. A quel punto, verrà stesa una relazione. A ruota, Upt dovrebbe venir commissariata. La persona che Regione, Farnesina e Prefettura individueranno, avrà il compito di accompagnare l’ente verso il risanamento, rilevando anche eventuali responsabilità. —



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