Università, Margherita Hack "Regaliamo ricercatori all'estero"
"Siamo masochisti, spendiamo per formare i ricercatori e poi li regaliamo agli altri paesi: è segno di imbecillità". Questo il parere dell'astrofisica Margherita Hack sulla riforma del sistema universitario nel corso di un'assemblea di studenti e ricercatori all'Ateneo giuliano. La Hack ha inoltre dichiarato: "Se oggi fossi uno studente occuperei i dipartimenti e le università"
TRIESTE.
"Siamo masochisti, spendiamo per formare i ricercatori e poi li regaliamo agli altri paesi: è segno di imbecillità": lo ha detto oggi a Trieste l'astrofisica Margherita Hack. Parlando della riforma del sistema universitario a un'assemblea di studenti e ricercatori all'Ateneo giuliano, Hack ha detto di essere "molto pessimista" e rispondendo a una domanda ha detto che se oggi fosse studente "occuperei i dipartimenti e le università".
A un ricercatore italiano che lavora in Germania, che chiedeva un consiglio all'astrofisica, Hack ha risposto: "Se non ha una certezza in Italia e sei felice in Germania resta lì". "L'insegnamento - ha aggiunto, parlando del ruolo dei ricercatori - è utile a chi fa ricerca ma non deve diventare preponderante. Ci vuole un giusto equilibrio, magari un semestre per l'insegnamento e uno per la ricerca".
"A fine carriera guadagno 80 mila euro all'anno, come tanti calciatori in un giorno" ha poi affermato la Hack nel raccontare agli studenti la propria esperienza nel mondo accademico e ha definito "uccidere l'università" l'ipotesi di cancellare la figura del ricercatore a tempo indeterminato.
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