Università, il ministero toglie a Triestesei scuole di specializzazione
Perdono pezzi le Scuole di specializzazione medica dell'Università di Trieste. Le tabelle ministeriali tagliano sei scuole, che diventano dipendenti da altri atenei. Infuriato il rettore Peroni: "Un pugno in faccia"
Il rettore Peroni
TRIESTE.
Perdono ancora pezzi le Scuole di specializzazione medica a Trieste, dopo gli accorpamenti decisi d’imperio per la prima volta lo scorso anno, già pessimamente accolti, e mai digeriti.
TABELLE
Le tabelle ministeriali hanno adesso tagliato, dopo le prime sei, altre sei scuole, che diventano dipendenti da altre università. Penalizzata è anche Udine. Padova fa la parte del leone.
REALISTI
Il fatto suscita stavolta un’indignazione senza respiro e coinvolge le istituzioni. Anche perché già lo scorso novembre le facoltà di Medicina, in accordo con gli atenei e con la Regione, avevano allestito un piano regionale che si potrebbe dire quasi più realista del re rispetto ai progetti di razionalizzazione e accorpamento tanto invocati dal ministero dell’Università.
UNITI
Le Scuole di specializzazione vi apparivano infatti federate su base regionale, rispettando il fabbisogno reale di specialisti in regione, che dal ministero non è mai soddisfatto. Trieste e Udine unificavano di fatto il sistema. Sarebbero così rientrate nell’alveo regionale anche le specialità già spedite a Udine, Verona, Padova. In più si aggiungevano collaborazioni internazionali con Slovenia, Austria e Grecia.
CESTINO
Risultato: a Roma quel piano, già approvato con lode dal ministero dell’Università, è stato pare buttato nel cestino della carta straccia dal ministero della Salute che ha l’ultima parola in materia, smentendo così anche il parere istituzionale della Regione stessa, che annualmente elabora e invia la lista del numero di medici specialisti per il Friuli Venezia Giulia di cui è accertata la futura necessità.
TONDO
Ieri i rettori di Trieste e Udine, Francesco Peroni e Cristiana Compagno, assieme all’assessore alla Salute, Vladimir Kosic, e al direttore centrale dell’assessorato Paolo Basaglia, hanno incontrato il presidente della Regione Renzo Tondo. Gli hanno esplicitamente chiesto un intervento diretto coi due ministeri coinvolti, cioé un’azione politica e niente di meno. Ma naturalmente per quest’anno accademico i giochi son fatti: le scuole infatti aprono il 17 maggio dopo le prove di selezione.
PERONI
Infuriato il rettore giuliano, Francesco Peroni: "Questa decisione del ministero è un ero pugno in faccia".
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