Università, arrestati 4 dipendenti assenteisti

Blitz dei carabinieri nella sede di via Filzi. Si erano allontanati senza timbrare il cartellino. Concessi i “domiciliari”
Foto BRUNI TRieste 26 06 10 Scuola Interpreti
Foto BRUNI TRieste 26 06 10 Scuola Interpreti

Quattro impiegati dell’Università sono stati arrestati ieri per truffa aggravata, colti in flagrante mentre lasciavano il posto di lavoro «senza autorizzazione e non registrando la loro assenza all’orologio timbra-cartellini». La clamorosa operazione è stata condotta dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale e dalla Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica in collaborazione coi Carabinieri di via Hermet. La Procura ha ordinato gli arresti domiciliari, nelle loro abitazioni. I Carabinieri hanno emesso in serata solo uno scarno comunicato, con le iniziali dei nomi dei quattro arrestati e la loro età: D.S, 56 anni, D. L., 52, I. D., 56, C. S., 55. I quattro dipendenti sono stati seguiti a distanza dagli investigatori quando hanno lasciato l’ufficio. Li hannp pedinati per tutta la mattinata. Al rientro sono stati fermati, è stato chiesto loro il cartellino e poi sono stati portati in caserma. Si tratta di impiegati, la loro sede di lavoro, affermano i Carabinieri, è «la sede universitaria distaccata di via Filzi». Che è l’ex Balkan, dove è attiva la Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori, oggi non più autonoma ma parte del Dipartimento di Scienze giuridiche, del linguaggio, dell’interpretazione e della traduzione.

All’Università la notizia è arrivata quasi per sentito dire e in tarda serata, senza informazioni dirette. Il rettore Maurizio Fermeglia: «Ho saputo a tarda sera, ho la massima fiducia nella giustizia, immagino che indagini siano in corso». Non era mai successo che dipendenti dell’Università fossero “beccati” a entrare e uscire senza registrare i propri movimenti. Ben si ricorda come invece, dopo lunghi appostamenti, siano stati indagati numerosi dipendenti della Soprintendenza e come altri casi di comportamento infedele siano stati denunciati in Comune. «Non abbiamo mai avuto evidenze nemmeno in via amministrativa di comportamenti scorretti - afferma il rettore -, se gli impiegati risulteranno colpevoli ciò porterà senz’altro a intensificare i controlli».

Di nulla era al corrente Lorenza Rega, già preside della ex Scuola per interpreti e traduttori che è stata pure “concorrente” di Fermeglia per il soglio di rettore. «Ho sentito dire - ha spiegato -, ma davvero non ho alcuna informazione». E la stessa cosa ripeteva ieri sera Paolo Pittaro, il docente di Diritto penale che è direttore del dipartimento nel quale sono state fuse le facoltà di Giurisprudenza e Traduttori e interpreti. La voce lo aveva raggiunto, ma niente di più: «Informazioni ufficiali non ne abbiamo avute, voglio pensare che nei prossimi giorni ne riceveremo dalla Procura. Certo mi dispiace - ha aggiunto Pittaro -, per il buon nome dell’Università, ma la magistratura farà il suo lavoro». Non è certo che i quattro fossero tutti dipendenti diretti di via Filzi. Nei dipartimenti gravitano anche addetti alla biblioteca, alla sorveglianza, a servizi generali. Di regola, se un dipendente è comandato da una sede all’altra dell’ateneo deve timbrare all’uscita da un ufficio e all’entrata nell’altro. (g. z.)

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