Università, arrestati 4 dipendenti assenteisti

Quattro impiegati dell’Università sono stati arrestati ieri per truffa aggravata, colti in flagrante mentre lasciavano il posto di lavoro «senza autorizzazione e non registrando la loro assenza all’orologio timbra-cartellini». La clamorosa operazione è stata condotta dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale e dalla Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica in collaborazione coi Carabinieri di via Hermet. La Procura ha ordinato gli arresti domiciliari, nelle loro abitazioni. I Carabinieri hanno emesso in serata solo uno scarno comunicato, con le iniziali dei nomi dei quattro arrestati e la loro età: D.S, 56 anni, D. L., 52, I. D., 56, C. S., 55. I quattro dipendenti sono stati seguiti a distanza dagli investigatori quando hanno lasciato l’ufficio. Li hannp pedinati per tutta la mattinata. Al rientro sono stati fermati, è stato chiesto loro il cartellino e poi sono stati portati in caserma. Si tratta di impiegati, la loro sede di lavoro, affermano i Carabinieri, è «la sede universitaria distaccata di via Filzi». Che è l’ex Balkan, dove è attiva la Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori, oggi non più autonoma ma parte del Dipartimento di Scienze giuridiche, del linguaggio, dell’interpretazione e della traduzione.
All’Università la notizia è arrivata quasi per sentito dire e in tarda serata, senza informazioni dirette. Il rettore Maurizio Fermeglia: «Ho saputo a tarda sera, ho la massima fiducia nella giustizia, immagino che indagini siano in corso». Non era mai successo che dipendenti dell’Università fossero “beccati” a entrare e uscire senza registrare i propri movimenti. Ben si ricorda come invece, dopo lunghi appostamenti, siano stati indagati numerosi dipendenti della Soprintendenza e come altri casi di comportamento infedele siano stati denunciati in Comune. «Non abbiamo mai avuto evidenze nemmeno in via amministrativa di comportamenti scorretti - afferma il rettore -, se gli impiegati risulteranno colpevoli ciò porterà senz’altro a intensificare i controlli».
Di nulla era al corrente Lorenza Rega, già preside della ex Scuola per interpreti e traduttori che è stata pure “concorrente” di Fermeglia per il soglio di rettore. «Ho sentito dire - ha spiegato -, ma davvero non ho alcuna informazione». E la stessa cosa ripeteva ieri sera Paolo Pittaro, il docente di Diritto penale che è direttore del dipartimento nel quale sono state fuse le facoltà di Giurisprudenza e Traduttori e interpreti. La voce lo aveva raggiunto, ma niente di più: «Informazioni ufficiali non ne abbiamo avute, voglio pensare che nei prossimi giorni ne riceveremo dalla Procura. Certo mi dispiace - ha aggiunto Pittaro -, per il buon nome dell’Università, ma la magistratura farà il suo lavoro». Non è certo che i quattro fossero tutti dipendenti diretti di via Filzi. Nei dipartimenti gravitano anche addetti alla biblioteca, alla sorveglianza, a servizi generali. Di regola, se un dipendente è comandato da una sede all’altra dell’ateneo deve timbrare all’uscita da un ufficio e all’entrata nell’altro. (g. z.)
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