Università a Gorizia: si rafforza Architettura
«Una svolta epocale. Si rafforza la presenza universitaria a Gorizia. La città potrà così uscire dal provincialismo che l’attanaglia».
Parole del sindaco Romoli a sancire l’accordo di collaborazione tra le Università di Trieste e Udine.
È operativo un nuovo corso interateneo e riguarda i dipartimenti di Architettura. A Gorizia, sponda ateneo triestino, si tiene come è noto il ciclo unico; a Udine il tre più due. L’accordo consiste nel mettere in rete le due Architetture.
Nel concreto: scambio di docenti, collaborazione nella ricerca, possibilità per gli studenti di seguire corsi sia di Udine che di Gorizia (Trieste).
L’obiettivo: giungere alla formazione di figure professionali di respiro europeo. Capaci di intercettare opportunità professionali all’esterno dei confini nazionali.
Per questo le lezioni si terranno in lingua inglese e per lo stesso obiettivo i due atenei, assieme, si impegnano a trovare una sponda con l’Università di Nova Gorica e con Architettura di Venezia con l’intento di costituire un potente polo universitario di Architettura del Nordest, capace di sostenere la concorrenza nazionale e internazionale.
Molta la carne al fuoco quella messa dai due atenei regionali, ma per ora la brace è lontana da essere fuoco.
Ieri in municipio era presente il meglio dell’offerta accademica del Fvg. I rettori di Trieste Maurizio Fermeglia, di Udine Alberto Felice De Toni, per il Dams Udine Nicoletta Vasta, per Architettura Gorizia Giovanni Fraziano e per Architettura Udine Paola Gennaro.
Cosa ci guadagna Gorizia da questo accordo? Scongiurato il ridimensionamento del polo goriziano, aumento della capacità attrattiva di studenti (Romoli: «Oggi sono circa il 10 per cento dei residenti»), valore aggiunto per la crescita culturale della città anche in prospettiva internazionale.
Hanno detto rettori, docenti e sindaco che Gorizia è all’avanguardia per quanto riguarda i corsi interateneo, una prospettiva necessaria per essere concorrenziali nel panorama universitario internazionale.
Un’altra novità che va in questo senso è l’attivazione di un master per la formazione di professionisti nel campo della cooperazione internazionale. La “casa” di questo master - prodromo, ha riferito Fermeglia, di un corso di laurea vero e proprio - sarà Scienze internazionali e diplomatiche. Anche in questo caso il contesto è interateneo, come interateneo è il master in projetc management e come interateneo è il “nuovo” Dams di Udine.
Non solo: tra Dams e Architettura le interconnessioni potrebbero essere ulteriormente sviluppate creando nuove figure professionali (scenografi, esperti di allestimento del set, ecc).
Insomma, la presenza universitaria sembra aver trovato il giusto lievito grazie alla spontanea ma in parte stimolata collaborazione tra i due atenei.
Romoli non ha mancato di sottolineare come si sia rivelata vincente la scelta di investire sull’università e in questo contesto ha ringraziato gli “sponsor” quali Regione, Fondazione Carigo e Camera di commercio.
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