Unilever riorganizza Grom: meno gelaterie, più chioschi

Sette chiusure fra cui anche quella storica di Torino. La parabola dei fondatori Martinetti e Grom (origini fiumane): un grande successo e poi la cessione
Una gelateria Grom
Una gelateria Grom

MILANO. La multinazionale anglo-olandese Unilever cambia strategie per il noto brand del gelato Grom, che ha acquisito nel 2015 e che nel gruppo affianca Algida e il marchio Magnum. Alle gelaterie, che perdono qualche pezzo ma diventano «il cuore di un ecosistema», affianca altri canali e nuovi modelli di acquisto e consumo, come chioschi o biciclette gelato, grande distribuzione, bar. Non uno smantellamento -sottolinea Unilever- ma una sorta di riorganizzazione di cui è vittima illustre la storica location di via Cernaia a Torino, quella originale da dove tutto era partito nel 2003, su iniziativa di Guido Martinetti e Federico Grom, con la nascita del gelato «come una volta», senza coloranti, emulsionanti e aromi.

Stop alla crema come una volta, addio ai gelati a marchio Grom
Lasorte Trieste 24/10/18 - Via S.Nicolo, Gelateria Grom

Le saracinesche si sono abbassate o stanno per farlo su sette gelaterie del marchio, su un totale di 46 negozi (cui si sommano due chioschi all'interno dei supermercati Carrefour e dodici shop in shop): da Udine a Modena passando per Mestre, Alessandria, Varese e anche nella location originale in centro a Torino. In Italia Grom ha 40 gelaterie più due chioschi all'interno di Carrefour Gourmet di Roma e di Milano e i temporary store. A Trieste la gelateria Grom di via San Nicolò ha abbassato le serrande già l’11 novembre del 2018.

L'Italia è il primo mercato per Grom - sottolinea l'azienda - e continua a rimanere un paese strategico. Lo scopo è accelerare la crescita che, in ogni caso, ha raggiunto dal 2015 al 2019 un complessivo +46,7%, dato comprensivo di tutti i paesi e tutti i canali.

Grom è stato un simbolo del gelato artigianale Made in Italy. Persino il premier Renzi si è fatto ritrarre con un gelato Grom per rispondere a una polemica copertina dell'Economist che lo aveva ritratto con un cono in mano. La vendita alla multinazionale Unilever è stata spiegata con la necessità di garantire il piano di crescita assicurando l'autonomia e la gestione. Il gelato Grom è stato una creatura di Federico Grom e Guido Martinetti, i due torinesi che nel 2003, quando avevano trent'anni, hanno aperto la prima gelateria nel centro della loro città con un grande successi. Grom è un cognome fiumano terra di origine di Federico che arrivò a Torino da profugo nel dopoguerra.

Quelli dei gelati Grom è stato un successo molto rapido. punti vendita sono diventati dopo dodici anni 67 nel mondo e 600 i dipendenti: una catena che si è diffusa rapidamente in Italia, ma anche a Dubai, Giacarta, Hollywood, Malibu, New York, Osaka, Parigi. Nel 2015 la vendita al colosso Unilever proprietario di oltre 400 brand che vanno dal brodo Knorr ai gelati Algida, e Magnum fino al tè Lipton, Mentadent, Svelto e Coccolino. Un successo anche made in Trieste perchè il gruppo Illy è stato socio di Grom dal 2011: poi ha ceduto la sua quota del 5% riacquistata contesualmente all'operazione di vendita dai soci fondatori Marinetti e Grom. Il gruppo guidato da Riccardo Illy (che di Grom era anche consigliere) aveva coltivato la partnership con l'azienda torinese del buon gelato italiano che si era sviluppata in buona sintonia con gli altri prodotti della società triestina come Domori, Mastrojanni, Dammann Frères e la partecipata Agrimontana, tutti con una forte identità di marca e di qualità. —

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