Unicredit si prepara a lasciare l’ex sede della Cassa di risparmio
TRIESTE Unicredit pensa a un trasloco. Progetta di salutare lo stabile dell’ex Cassa di risparmio nella omonima via, dove paga un affitto di 990 mila euro annui alla Fondazione CRT, e di trasferire attività e uffici in altri edifici di proprietà.
Dalla sede Unicredit di Verona confermano le insistenti voci che circolano sull’ipotesi-evacuazione: si parla infatti di un’operazione di razionalizzazione immobiliare che permetterà il migliore utilizzo degli spazi già di proprietà della banca, a fronte del rilascio di un immobile in affitto.
In tale logica verrebbe quindi valorizzato il patrimonio immobiliare posseduto dal gruppo a Trieste, in particolare con la ristrutturazione dell’immobile di via Roma 5, di parte dell’immobile di corso Italia 15 e di altri immobili di proprietà. Un’operazione che nei programmi di Unicredit permetterà di rinnovare completamente la filiale ex Cassa di risparmio che sarà trasferita di poche decine di metri, assumerà una nuova veste e migliore fruibilità per la clientela, a fronte di un significativo investimento da parte del grande gruppo bancario.
Tradotto nella sostanza operativa e topografica, l’intendimento di Unicredit è quello di rimettere a posto la vecchia sede del Banco di Sicilia, che coincide con il pregevole edificio neoclassico “casa Fontana già Pitteri” sviluppato su tre lati tra via Mazzini, via Roma, via San Nicolò. L’altra sede esplicitamente richiamata è l’ex filiale del Banco di Roma in corso Italia all’angolo con piazza Benco, palazzo neo-barocco realizzato nel 1928. Circa il riferimento ad «altri immobili di proprietà», laddove si consideri che la sigla Unicredit ha assorbito marchi bancari storici (compresa evidentemente la stessa Cassa di risparmio triestina), il parco disponibile non sarà certo carente. Sempre da Verona si precisa, lungo le vie dell’ufficiosità, che l’uscita da via Cassa di risparmio non è considerata imminente, se non altro perchè la messa a punto delle sedi riqualificate implica progetti, opere, quattrini, tempi. Insomma, ad maiora.
La Fondazione CRTrieste, come di prammatica, non commenta. Ma fonti a essa vicine riferiscono di trattative in corso con il vertice del gruppo a Milano. In altri termini, sarebbe prudente non dare per scontato il disimpegno di Unicredit dal palazzo di via Cassa di risparmio. Palazzo quasi interamente occupato dal gruppo bancario (piani 1,2,4,5,6), a eccezione del terzo piano dove opera la stessa Fondazione (con la temporanea ospitalità a PromoTrieste). Una buona quota della decisione rimanderebbe - stando a queste chiavi di lettura - al 13 dicembre, quando l’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, presenterà il piano industriale e - soprattutto - dirà l’ammontare dell’aumento di capitale, che i pronostici quotano in un’ampia forbice tra i 5 e i 10 miliardi di euro. A tale proposito non va dimenticato che la Fondazione triestina è azionista di Unicredit con lo 0,3%, azionista che peraltro si è mostrata affidabile nelle periodiche operazioni di ricapitalizzazione. Al momento, quando manca un mese all’appuntamento con il piano, il consiglio di amministrazione della Fondazione non sarebbe stato ancora contattato per l’adesione all’aumento di capitale e comunque non avrebbe ancora deliberato.
I fari degli osservatori economici sono da tempo puntati su Unicredit, che ha messo sul mercato l’asset management Pioneer e gran parte della partecipazione nella banca polacca Pekao. Per l’acquisizione di Pioneer corre anche una cordata nazionale formata da Poste, Cassa depositi e prestiti, Anima. Per l’istituto polacco c’è invece l’interesse della connazionale Pzu. L’altro giorno sono stati resi noti i risultati del periodo gennaio-settembre, che hanno visto salire l’utile di Unicredit di quasi il 15% a 1,8 miliardi. Ha ripreso un po’ di ossigeno anche il titolo, che venerdì ha chiuso a 2,33 euro: nell’ultimo mese è migliorato del 7,6%. Ma nel semestre ha perso il 22,39% e nell’anno il 61,35%.
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