Unicredit chiude 883 sportelli in Italia

Il piano “lacrime e sangue” di Mustier prevede altri 6500 esuberi entro il 2019 (3900 in Italia): mega-aumento da 13 miliardi
Una sede Unicredit
Una sede Unicredit

TRIESTE. Quattordicimila esuberi. La chiusura in Italia di una filiale su quattro. Un aumento di capitale da 13 miliardi. Il più grande di sempre nella storia italiana. La sola banca che è considerata importante per il sistema finanziario globale ha varato un piano lacrime e sangue in un momento di forte turbolenza per il sistema bancario italiano. Qualche brivido arriva anche a Trieste dove Unicredit, che ha assorbito la storica Cassa di risparmio, è da sempre la banca di riferimento non solo per i piccoli rispamiatori (gli sportelli sono una trentina) ma anche per l’economia cittadina.

 

 

La scure dell’ad francese Jean Pierre Mustier, in un piano che azzera il dividendo per il 2016 e assesta un taglio netto alle sofferenze (con la cessione di crediti deteriorati per 17,7 miliardi) è stata accolta con euforia a Piazza Affari con il titolo che schizza del 15,92%. É noto che la stretta sui costi e la scure sui dipendenti piacciono molto al mercato. Il nuovo taglio di organici è imponente: si tratta di 6500 esuberi, che si aggiungono ai 7700 previsti dal vecchio piano, per un totale di 14.200 in tutto il gruppo, mentre gli sportelli destinati a chiudere saranno 944. Sarà l’Italia a pagare il prezzo più elevato, con 3900 nuovi esuberi oltre ai 5600 già annunciati lo scorso anno, per un totale di 9400. In totale gli organici nel nostro Paese, diminuiranno del 21%, mentre gli sportelli scenderanno di 883 unità, per un risparmio complessivo quantificato in 650 milioni di euro. La ritirata dei vecchi sportelli bancari ormai è diventata una slavina nell’era dell’Internet banking.

Sommando entrambi i piani i tagli in Germania sono 2.500, in Austria 2.100 e nel resto del gruppo circa 400. Per cui si arriva ad un totale di 14.400 (di cui 8000 nel vecchio piano e 6.400 nuovo piano).

 

Unicredit, accordo sul piano di riassetto: in Fvg fino a 150 tagli
L’Unicredit Tower a Milano

 

Per il Financial Times «i tagli di oggi sono effetto di una crescita eccessiva nel periodo pre crisi». I grandi profitti precedenti allo scoppio della Grande Crisi sono soltanto un lontano ricordo. Il piano prevede di raggiungere un utile netto di 4,7 miliardi di euro. Un contributo arriva anche dall’ad Mustier che ha annunciato un “sacrificio” personale, con un taglio del 40% dello stipendio a 1,2 milioni di euro, l’azzeramento dei bonus annuali e dell’eventuale buonuscita. Dura la reazione dei sindacati: «Ci batteremo affinché gli esuberi, la cui congruità è tutta da verificare, siano gestiti solo su base volontaria e attraverso il nostro ammortizzatore sociale di settore, con le massime garanzie per i lavoratori interessati», ha detto il segretario nazionale della Fabi Mauro Morelli. Di fatto a Nordest soprattutto Trieste potrebbe soffrire le conseguenze di questa ristrutturazione annunciata: in Friuli Venezia Giulia il gruppo conta su 120 sportelli in cui lavorano circa 850 persone. A Trieste e provincia, dove Unicredit ha assorbito la vecchia e storica Cassa di risparmio, gravitano una trentina di sportelli per circa 300 dipendenti. Al momento è prematuro quantificare l’impatto dei tagli in regione: fonti di Unicredit specificano che i tagli non saranno proporzionali e non avranno una “distribuzione omogenea”.

Sul fronte delle strategie Mustier ha confermato il «no» a operazioni di aggregazione, sottolineando tuttavia che Unicredit potrà «considerare di tanto in tanto l'acquisizione selettiva di portafogli» nel Centro est Europa, come già fatto in passato in Romania. Non ci sarà-ha precisato l’ad-una ritirata dall’Austria dove Hvb resta “un asset strategico”. La gran parte dei risparmi derivanti dal taglio della rete e del personale arriveranno dall'Italia: 650 milioni di euro al 2019, a fronte dei risparmi per 300 milioni attesi in Germania e per 320 milioni attesi in Austria.

Complessivamente in Europa occidentale verranno chiuse 944 filiali entro il 2019, pari a un quarto della rete, mentre il personale verrà ridotto del 14%, da 101 mila a 87 mila dipendenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo