Ungheria: «Qui i migranti non vengono maltrattati»

BELGRADO. Accuse infondate e infamanti, da respingere al mittente. In questi termini l'Ungheria ha reagito, con forza, al pesante attacco sferrato da Human Rights Watch, l’autorevole Ong che aveva imputato alle forze di sicurezza magiare violenze e abusi contro i migranti che tentano di entrare in Ungheria dalla Serbia.
L’Ungheria si è detta «scioccata» dall'attribuzione di responsabilità, attraverso una nota del ministero degli Interni. «L'Ungheria osserva le regole di Schengen sul controllo delle frontiere e la Convenzione di Ginevra», che regola il rispetto dei diritti dei richiedenti asilo e dei profughi, esordisce il comunicato.
Non solo. Human Rights Watch avrebbe in primo luogo «costruito artificiosamente» un'immagine erronea delle procedure d'asilo nel Paese, perché «l'Ungheria garantisce l'ingresso legale e la presentazione di legittime richieste d'asilo ai posti di frontiera e nelle zone di transito».
Budapest inoltre spende in media circa 446 euro al mese per l'assistenza a ogni richiedente asilo presente sul territorio, molti soldi per «uno Stato membro abbandonato dall'Ue» mentre esso affronta la crisi migratoria, la velenosa frecciata a Bruxelles.
Sulle violenze il ministero degli Interni è ancora più chiaro. «I migranti non vengono molestati ai confini, il grande numero di minori non accompagnati riceve protezione, assistenza sanitaria ed educazione», assicura il governo. Il ministero ha tuttavia ammesso l'esistenza di «otto denunce di maltrattamenti» a carico di membri della polizia ungherese «presentate da migranti» nel corso del 2016.
Tutte sono state sottoposte a indagini, che avrebbero stabilito «l'infondatezza» delle accuse; in ogni caso le denunce sono state «inoltrate alle competenti procure» per ulteriori verifiche. Infine, l'Ungheria «procede in maniera umana verso chi ha veramente bisogno e le persone al confine e all'interno del territorio ricevono un giusto trattamento». Allo stesso tempo, Budapest «si aspetta che i migranti rispettino le leggi ungheresi e dell'Ue».
Malgrado la replica di Budapest, l'ombra dei maltrattamenti sui migranti continua ad aleggiare sul Paese. Ieri anche l'Hungarian Helsinki Committee ha specificato di aver ricevuto dall'inizio della primavera «un numero crescente di rapporti allarmanti su gravi abusi e maltrattamenti commessi a danno dei richiedenti asilo».
E nel frattempo il confine serbo-ungherese rimane area ad altissima tensione. Secondo Nick Thorpe, corrispondente della Bbc a Horgos, alla frontiera con la Serbia, per meglio blindare il confine sarebbe stata lanciata dall'Ungheria una vasta operazione, con la partecipazione di ben diecimila tra poliziotti e soldati.
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