Ungheria, pieni poteri a Orban: Budapest butta la democrazia

Il mandato del Parlamento è senza limiti di tempo. Ora il premier controlla i media Allarme dell’Unione. La Lega di Salvini lo difende: polemica in Italia, il Pd insorge
epa08315632 Hungarian Prime Minister Viktor Orban delivers his speech about the current state of the coronavirus during a plenary session in the House of Parliament in Budapest, Hungary, 23 March 2020. EPA/Tamas Kovacs HUNGARY OUT
epa08315632 Hungarian Prime Minister Viktor Orban delivers his speech about the current state of the coronavirus during a plenary session in the House of Parliament in Budapest, Hungary, 23 March 2020. EPA/Tamas Kovacs HUNGARY OUT

BUDAPEST Ieri l’Europa ha visto scrivere la sua pagina più buia dal dopoguerra a oggi: Viktor Orban, democraticamente eletto primo ministro dell’Ungheria è democraticamente diventato il dittatore di Budapest. È il concretizzarsi di quella “democratura” già disegnata nei suoi scritti dall’intellettuale croato Predrag Matvejevic.

Ma che cosa è successo? Semplice: l’astutissimo Orban grande osservatore e ammiratore nonché amico dello zar russo Vladimir Putin, ha colto l’occasione dell’obnubilamento generale dell’opinione pubblica e politica europea e mondiale di fronte alla pandemia del coronmavirus, e, proprio nel nome del coronavirus, è riuscito a ottenere dal Parlamento, dove il suo partito Fidesz ha la maggioranza dei deputati, pieni poteri per fronteggiare l’epidemia. Il che significa che Orban può governare sulla base di decreti, chiudere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi esistenti e ha la facoltà di bloccare le elezioni. Spetta a lui determinare quando finirà lo stato di emergenza. Inoltre, chi diramerà «false notizie» rischierà da 1 a 5 anni di carcere. Aiutato dall’estrema destra il conferimento è addirittura senza limiti di scadenza. Insomma è giusto che il dittatore decida lui quando finisce la dittatura.

Cresce l’allarme contagio lungo la rotta dei migranti
Un'immagine rilasciata dall'ufficio stampa di Oxfam mostra la situazione nel campo di Moria, Lesbo, dove in questo momento a fronte di una capienza di 3.000 posti sono costrette a sopravvivere in condizioni disumane oltre 13 mila persone, per il 42% minori tra i 7 e 12 anni, tra cui quasi 1.000 bambini e ragazzi arrivati da soli. ANSA/UFFICIO STAMPA OXFAM ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

E l’allievo Matteo Salvini, rimandato a settembre visto che il governo gli è sfuggito dalle mani, plaude pedissequamente al maestro magiaro, scatenando l’ira dei politici di Roma e non solo. All’estero, l’alto commissario Onu per i diritti dell’uomo «segue le evoluzioni politiche in Ungheria» e il Consiglio d’Europa ha avvisato che «uno stato d’urgenza indefinito e incontrollato non può garantire il rispetto dei principi fondamentali della democrazia», mentre anche 9 organizzazioni internazionali per la difesa della libertà di stampa hanno chiesto all’Ue di denunciare una legge che «mina i diritti fondamentali e le libertà dei media». Il commissario europeo per la Giustizia, il belga Didier Reynders, ha fatto sapere che Bruxelles sta studiando «le misure di emergenza che gli Stati membri hanno adottato in merito ai diritti fondamentali». «Ho risposto ai frignoni europei di non avere il tempo di discutere questioni giuridiche senz’altro appassionanti ma teoriche» quando ci sono «vite da salvare», ha dichiarato Orban.

Dal Movimento 5 Stelle arriva la richiesta all’Unione Europea di sanzionare l’Ungheria che «abolisce la democrazia», dice il Presidente della Commissione Ue, Sergio Battelli per il quale ora l’Europa deve «salvare se stesa». Nel Pd è un’alzata di scudi contro Orban e Salvini che sembra approvarne le scelte. Il segretario nazionale, Nicola Zingaretti, dice a Orban che «bisogna combattere il coronavirus e non la democrazia».Matteo Renzi ne approfitta per rivendicare la manovra che portò alle dimissioni di Salvini in agosto e, quindi, all’inizio del Conte II: «Salvini che oggi giustifica la scelta di Orban mi fa passare d’incanto tutti i dubbi che ogni tanto mi vengono sulla nostra scelta di agosto 2019».

Giorgia Meloni, invece, sostiene che si sta facendo troppo rumore per nulla visto che, dice la presidente dei Fratelli d’Italia, anche in Italia è il governo a procedere a colpi di Decreti della presidenza del Consiglio. Per Nicola Fratoianni di Leu ci si trova di fronte «all’ennesima brutta notizia per l’Unione Europea che ora deve scegliere se vuole guardare al futuro del Continente. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo