Un’altra batosta in arrivo: l’Imu sulle aree verdi

I proprietari di un terreno non edificabile saranno chiamati a pagare l’imposta già il 16 dicembre. Romoli e Cisint: «Siamo costretti a farlo»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 18-11-2011 Comune, pres Bilancio - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 18-11-2011 Comune, pres Bilancio - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Gorizia, sino a ieri, era un Comune montano. Non a caso partecipava ai lavori dell’allòra Comunità montana del Collio. Da domani, a meno di un assai poco probabile dietrofront del governo Renzi, questa sua prerogativa non ci sarà più ai fini dell’Imu.

In termini più concreti cosa significa? Che anche nella nostra città (ma un po’ in tutti i centri collinari isontini) verrà eliminata l’esenzione Imu per i terreni che è destinata a sopravvivere solo in 1.578 Comuni italiani, invece dei 3.524 attuali, Gorizia compresa. Ergo: bisognerà pagare l’imposta unica comunale sulle aree verdi non edificabili.

Sono questi gli effetti-bomba della bozza di decreto redatta dal ministero dell’Economia per rivedere la disciplina Imu sui terreni che oggi esclude dall’imposta tutti i proprietari di beni che si trovano in zone classificate dall’Istat come “montane”. E gli effetti saranno immediati perché i contribuenti dovranno pagare l’Imu nella sua interezza entro il 16 dicembre. La mossa è urgente perché lo Stato ha la necessità di incassare una somma non inferiore ai 350 milioni di euro già messi a bilancio dal decreto sul bonus Irpef dell’aprile scorso.

In sostanza, i Comuni non avranno alcun beneficio e si trasformeranno - per l’ennesima volta - negli esattori per conto del Governo. Una situazione che manda su tutte le furie il sindaco Ettore Romoli che, assieme alla dirigente ai Servizi economici Anna Maria Cisint, fa il punto della situazione su questa nuova grana. Da premettere che saranno esclusi dal pagamento dell’odioso balzello coltivatori diretti e imprenditori agricoli mentre i proprietari di un orto, di un pezzo di bosco in cui farci le grigliate alla domenica, di un terreno ereditato da uno zio e mai utilizzato dovranno versare l’Imu. Non saranno cifre clamorose (un orto “amatoriale” sui 500 metri potrebbe costare 10 euro) ma si tratta dell’ennesimo prelievo dalle tasche dei cittadini.

«Tutto nasce dal decreto legge 66 di aprile che - spiegano Romoli e Cisint - ha rimandato la revisione dei criteri per determinare i Comuni montani a un successivo decreto del ministro Padoan che sarà firmato nelle prossime ore. Non sappiamo con certezza cosa capiterà ma sappiamo già che Gorizia non sarà più considerato un Comune montano ai fini dell’Imu. Pertanto, dovremo chiedere ai cittadini il pagamento dell’imposta». «Imposta - aggiunge il sindaco - che non finirà nelle nostre casse ma che noi dovremo “girare” allo Stato. Peraltro, dovremo applicare l’aliquota al 7,6 per mille: non possiamo abbassarla perché l’ultima variazione di bilancio deve essere effettuata entro il 30 novembre e non ci sono i tempi tecnici».

L’annunciata rivoluzione ha già scatenato telefonate da parte dei cittadini al Comune. «C’è disorientamento. A Gorizia la situazione è complicatissima perché ci sono una marea di particelle e fasce di terreno minuscole - denuncia Cisint -. Abbiamo già chiesto l’aiuto del Catasto che nelle prossime ore dovrebbe farci avere tutta la documentazione».

Per attuare questa previsione, il provvedimento preparato dal ministero distingue i Comuni in tre fasce, sulla base della loro altitudine misurata al centro del territorio comunale e certificata dall’Istat e per Gorizia pare proprio che l’esenzione dall’Imu scomparirà con le prevedibili conseguenze.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo