Una triestina la campionessa tricolore di Sup FOTO

Caterina Stenta ha vinto sul Garda il titolo italiano per il secondo anno consecutivo. «Gareggio in questa specialità da poco ma i risultati sono subito arrivati»

TRIESTE Il mare resta la sua ragione di vita, da vivere non solo tra i libri ma direttamente, magari su una tavola da far volare con una vela o pagaiando.

Chiedere a Caterina Stenta, l'atleta triestina in grado di passare con una certa disinvoltura dal windsurf al sup, l'acronimo di stand up paddle, specialità di origine hawaiana ancora di nicchia dove le onde sono domate a colpi di remo in piedi su una tavola simile a quella del surf.



Elitario o no, il Sup rappresenta ancora una terra di conquista per Caterina Stenta, laureatasi campionessa italiana per il secondo anno di fila, traguardo ottenuto nella recente tappa a Riva del Garda, gara che ha visto confrontarsi una decina di concorrenti, tra cui la giovanissima Laura Dal Pont, l'antagonista più ostica ma messa ancora una volta in riga dalla triestina al termine delle tre prove: la Sprint, sulla distanza dei 200 metri, la Long Distance (tre giri da 5 km) e la Tecnica, infarcita da test su virate e boe. Secondo titolo in bacheca quindi per la "Acquagirl" triestina residente a Barcellona e tesserata per il Club Amici del Nuoto di Riva del Garda, una che vive della cultura del mare, attingendo non solo dal versante agonistico ma anche attraverso gli studi accademici, come testimoniato dal Dottorato in Ingegneria, altro recente traguardo, ottenuto con una tesi legata ai lidi del cuore e intitolata "Materiali organici e tecniche fotovoltaiche".

Ma se i libri vanno momentaneamente in archivio, l'agonismo no. Perché senza l'impegno del dottorato i tempi per gare e allenamenti sono ancor maggiori per Caterina Stenta, per altro già alle prese con i Campionati europei di sup, iniziati proprio ieri in Sardegna: «È vero, ora potrò dedicarmi ancor di più alle mie passioni sportive - conferma la campionessa di sup e windsurf -. Per quanto riguarda il sup, gareggio da soli due anni e i risultati in Italia non sono mancati, anzi, devo dire che rispetto allo scorso anno penso di essere migliorata. Un progresso che deriva dalle varie esperienze maturate soprattutto a livello internazionale. Il confronto paga sempre - aggiunge convinta -: gareggiare tanto ti offre materiale su cui lavorare e per quanto mi riguarda mi ha dato la possibilità di credere maggiormente nelle mie possibilità».

La fiducia aumenta, il tempo abbonda e i riconoscimenti sono sempre più numerosi. Il sup resterà in primo piano mentre il windsurf non viene relegato ai margini, anzi, e forte di un ranking mondiale da nobilitare tornerà presto a caratterizzare gli impegni. Il tutto mentre per questa giovane triestina Barcellona è ormai la casa dove poter crescere, meditare altri impegni che parlino di ricerca o di imprese tra le onde, possibilmente a bordo di una tavola.—


 

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