Una super mostra su vita e imprese nelle zone estreme per Esof 2020
TRIESTE Prove tecniche di Esof. Oggi al Magazzino delle Idee di Trieste apre i battenti la mostra “Xtreme: vivere in ambienti estremi” (visitabile da martedì a domenica in orario10- 19).
Imperniata attorno ai tre macrotemi della speleologia, dell’astrobiologia e dell’Antartide, l’esposizione curata da Francesca Pitacco è stata presentata ieri in anteprima alla stampa.
«Molto lavoro è stato fatto, ma molto altro dovrà essere fatto per avvicinare le istituzioni scientifiche ai cittadini della regione, perché spesso sono più conosciute all'estero che sul nostro territorio», ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro, presente alla preview giornalistica assieme al champion di Esof 2020, Stefano Fantoni, tra gli altri.
C’era pure l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, che ha sottolineato il ruolo dell’amministrazione del Friuli Venezia Giulia nel sostenere fin dall’inizio la candidatura di Trieste a città europea della scienza, nella convinzione che proprio la scienza sia una parte fondamentale del sistema cultura.
Entrando nel vivo dei contenuti dell’esposizione, il percorso segue l’intreccio che nasce dalla sovrapposizione di elementi tratti da tre diversi ambienti: l’Antartide, lo spazio e la biosfera ipogea. Ad accomunare il continente polare, le distanze siderali e il sottosuolo sono le condizioni ostili alla vita umana.
E non solo. I legami tra questi luoghi sono numerosi, compresi quelli aneddotici: si pensi ad esempio al fatto che l’addestramento degli astronauti italiani avviene nelle grotte della Sardegna e della Slovenia. Alle tecnologie di sopravvivenza che rimbalzano dalla ricerca antartica a quella spaziale. O ancora alle ipotesi di creare delle colonie spaziali all’interno di cavità naturali situate sulla Luna e su Marte; alla ricerca in corso su organismi che vivono in ambienti molto particolari della Terra: il loro studio ci aiuta a immaginare possibili forme di vita su altri pianeti.
Il tutto è articolato in otto sessioni tematiche, con tanto di gigantografie, installazioni e animazioni ad arricchire i pannelli espositivi.
Le prime due sezioni si concentrano sulla storia dell’esplorazione di questi ambienti e delle discipline che li studiano, dal 1800 al presente. La terza presenta mappe, sia storiche che attuali, riguardanti ambienti di grotta, antartici, lunari e marziali. Ci sono anche dei tappeti interattivi a riprodurre alcuni di questi ambienti.
E così via, attraverso video e pannelli vari. Ci sono pure delle sezioni dedicate rispettivamente alla ricerca scientifica sul campo, alla salvaguardi a ambientale e infine agli sport estremi in ambienti estremi. L’allestimento rientra appunto nella più ampia agenda del “science in the city festival”, che a sua volta fa parte del maxi-evento EuroScience Open Forum 2020 in partenza il 2 settembre. A gestire la mostra è Erpac; a curarla il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell'Università di Trieste, assieme a Museo Nazionale dell'Antartide, Inaf-Osservatorio astronomico di Trieste e Federazione speleologica regionale.—
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