Una società napoletana per lo Scoglio Olivi

Palumbo Group interessata al piano di ristrutturazione del cantiere navalmeccanico di Pola
POLA. La Palumbo Group di Napoli è interessata a partecipare al piano di ristrutturazione e diversificazione dello Scoglio Olivi. Lo ha reso noto la direzione dello stabilimento navalmeccanico - che di recente fa ha lanciato l’invito a investitori e fondi d’investimento interessati - precisando che da Napoli è pervenuta una precisa lettera d’intenti. Palumbo Group - si legge sul suo sito web - in cinquant’anni da piccola azienda familiare è diventata una società importante nel settore, specializzata in costruzione, manutenzione e riparazione di megayacht. A oggi sulle coste del Mediterraneo è titolare di sette cantieri navali tra cui quelli di Napoli, Monaco, Malta e Ancona. Dà lavoro a 900 persone tra dipendenti fissi ed esterni; finora per i suoi cantieri sono passate 1.737 navi e 241 megayacht, per interventi di riparazione e refitting.


Quella di Palumbo Group è la seconda offerta pervenuta a Pola dopo quella giunta a metà dello scorso dicembre dalla Kermas energija, società che fa riferimento alla Kermas Limited il cui fondatore e direttore principale è il noto imprenditore croato Danko Koncar. Per il futuro dello scalo polese, Kermas energija punta sull’integrazione con il cantiere Brodotrogir di Traù, in Dalmazia, e con altri cantieri navali europei. Sotto la gestione di Kermas energija il cantiere di Traù ha subito un cambiamento strutturale: il 40% della superficie è stato trasformato in marina e centro di assistenza per natanti da diporto. E tutto lascia intendere che qualcosa di simile potrebbe accadere a Pola, visto che Koncar stesso sta per costruire due centri nautici da 400 ormeggi nel bacino portuale di Pola.


Lo Scoglio Olivi è alla ricerca di partner strategici per la ristrutturazione mirata innanzitutto al risanamento dei debiti di gestione, che a fine 2016 avevano toccato quota 200 milioni di euro. Nel piano, ancora in fase di elaborazione, i costi del risanamento gestionale andranno ripartiti in parti uguali tra il capitale privato e lo Stato, come imposto dall’Ue. Del resto la direzione del cantiere stesso, con il presidente Gianni Rossanda, ha fatto sapere che una sua parte sarà destinata ad attività esterne alla cosiddetta grande cantieristica. Al momento però non c’è indicazione sulle proporzioni della diversificazione di attività.


Intanto a metà mese il governo croato dovrebbe farsi garante di un credito di 96 milioni di euro, che permetterò allo Scoglio Olivi di superare le difficoltà gestionali dei prossimi sei mesi, entro i quali sono attese la definizione della ristrutturazione aziendale e la scelta del partner strategico.
(p.r.)


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