Una scienziata di Trieste nella classifica di Nature sugli 11 ricercatori emergenti al mondo VIDEO

Nella graduatoria pubblicata dalla rivista una selezione fra quelli che "stanno lasciando il segno" e "hanno il mondo ai loro piedi". Fra questi la triestina Silvia Marchesan, associata di chimica organica all'ateneo cittadino
Silvia Marchesan, dell'università di Trieste, tra gli undici ricercatori emergenti che secondo la rivista Nature stanno 'lasciando il segno'. ANSA/ PER GENTILE CONCESSIONE SILVIA MARCHESAN++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY - NO ARCHIVE++
Silvia Marchesan, dell'università di Trieste, tra gli undici ricercatori emergenti che secondo la rivista Nature stanno 'lasciando il segno'. ANSA/ PER GENTILE CONCESSIONE SILVIA MARCHESAN++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY - NO ARCHIVE++

Selezionata da Nature tra i migliori 11 scienziati al mondo, ecco chi è Silvia Marchesan

TRIESTE Sono 11 i ricercatori emergenti che secondo la rivista Nature stanno "lasciando il segno" e "hanno il mondo ai loro piedi". Due di questi, scelti tra 500, sono italiani: si tratta di Silvia Marchesan, dell'università di Trieste, arrivata sesta, e Giorgio Vacchiano, dell'università Statale di Milano, undicesimo.

Quanto a Marchesan, di essere scelta tra gli 11 giovani ricercatori emergenti proprio non se l'aspettava, tanto da pensare a uno scherzo. Ma è un riconoscimento che «apprezza molto», e spera potrà aiutarla a sostenere il suo laboratorio dove lavora a "materiali transformer" e accoglie ricercatori italiani e stranieri, «perché così si impara ad essere più tolleranti». Così la professoressa associata di Chimica organica all'università di Trieste commenta la classifica di Nature.

Appassionata di chimica organica e biologia molecolare, per Marchesan la ricerca multidisciplinare è stata un 'chiodo fissò, che ha seguito nelle sue esperienze all'estero nel Regno Unito, in Finlandia e in Australia, per tornare in Italia nel 2013 a Trieste, con una posizione precaria. Poi ha vinto il concorso come ricercatore a tempo determinato a Trieste, e nel 2015 ha ottenuto i fondi per il progetto Sir del Miur con cui ha aperto un suo laboratorio all'Università di Trieste. Dallo scorso aprile è professore associato a Trieste.

Nel suo laboratorio lavora ai "materiali transformer". «Vogliamo capire - continua Marchesan, che sarà tra i relatori del festival della scienza Trieste Next 2018 - come disegnare dei materiali intelligenti, partendo da singole molecole, in questo caso dei frammenti di proteine, per costruire strutture complesse più grandi». Tra i prodotti sviluppati c'è un idrogel, composto al 99% di acqua e per l'1% da molecole ordinate in nanostrutture, che può trasportare farmaci e fare da sostegno ai tessuti in via di guarigione dopo una lesione. Proprio quest'ultimo risultato le ha portato il riconoscimento di ricercatrice emergente, perché si è guadagnato la copertina di Chem, rivista del gruppo Nature. «In futuro vorrei ottenere materiali fatti da molecole e con funzioni diverse, tutti a base d'acqua e non inquinanti - conclude - Ma i fondi per il laboratorio stanno per finire, e il lavoro rischia di fermarsi»

Riproduzione riservata © Il Piccolo