«Una palestra di arrampicata al Gasometro del Broletto»

TRIESTE. Scalare il Gasometro del Broletto. È l’impresa verticale che si pone lo studio di Project financing della società Iblarei srl con un investimento stimato di cinque milioni di euro (2,5 pubblici e 2,5 privati). Il progetto è stato già presentato al Comune e alla Regione.
«Ci è arrivata la proposta di una scuola di arrampicata», aveva confermato l’assessore Lorenzo Giorgi illustrando di recente l’iniziativa di aprire il Gasometro ad alcuni eventi (discoteca e concerto) per attrarre dei possibili investitori. In realtà un piano pubblico-privato di riutilizzo dello straordinario contenitore del Broletto abbandonato da decenni c’è già. Si tratta del “Gasometro Trieste Climbing” che vorrebbe trasformare lo storico edificio industriale nella sede di una palestra d’arrampicata sportiva d’avanguardia.
«Quella pensata è una struttura sportiva senza eguali nel raggio di 260 chilometri, paragonabile in Europa solo ad altri tre casi di recupero di siti industriali, riqualificati appunto come impianti sportivi per l’arrampicata: Stoccolma (edificio industriale motori diesel), Londra (stazione di pompaggio acque) e Zurigo (gasometro)», illustra Alberto Ieralla, triestino, 53 anni, laureato in Economia e commercio, alpinista per passione, presidente del Collegio delle Guide alpine e titolare proprio della società Iblarei, proprietaria del progetto.
Il Gasometro triestino ha un diametro di 42 metri, è alto 35 metri al centro e 20 metri alla spalla. La struttura interna per l’arrampicata - stando al progetto - sarà totalmente autoportante e quindi senza impatto sull’edificio storico, vincolato dalla Soprintendenza.
Il piano economico del progetto “Gasometro Trieste Climbing” prevede 2,3 milioni per gli interventi di recupero e 2,5 milioni per la realizzazione dell’impianto sportivo. I muri interni d’arrampicata saranno alti tra i 13 e i 20 metri, omologabili anche agli standard delle gare olimpiche (visto che l’arrampicata sportiva è diventato una specialità a cinque cerchi). Si tratterebbe insomma di un’assoluta rarità nell’offerta italiana ed europea delle palestre di arrampicata sportiva.
La palestra, che prevede anche l’impiego a tempo pieno di otto persone, potrebbe essere utilizzata anche dal Soccorso alpino e dai Vigili del fuoco per le esercitazioni di routine. Oltre ai muri per l’arrampicata (adatti alle discipline specialistiche “lead”, “speed”, “boulder”), gli spogliatoi e i locali di servizio per la palestra, il “Gasometro Trieste Climbing” conterrà bar, ristorante, negozi e aree dedicate ad altre attività come la “Fitness e Yoga room”, il Centro wellness con spa e sauna.
«Al di là delle attività indoor, certo fondamentali a soddisfare le esigenze del turismo sportivo anche nei mesi invernali - aggiunge il promotore Ieralla - sarà importante il ruolo che il nuovo Gasometro fungerà nel contesto cittadino: diventerà cioè un centro di riferimento per le attività outdoor, e un punto di partenza per arrampicate in falesia, escursioni, trekking a piedi e in bici. Per questo nel progetto è previsto un noleggio mountain bike».
Del resto l’arrampicata a Trieste, che vanta una lunga tradizione di grandi nomi dell’alpinismo, è praticata nelle falesie della Costiera e del Carso, a Sistiana, sulla Napoleonica e in Val Rosandra. A Trieste arrivano “climber” provenienti dal Triveneto, dalla Lombardia, dal Piemonte e dal Centro Italia, oltre che da Slovenia, Croazia, Austria e Germania. Non mancano poi gli arrampicatori locali, che sono un numero tutt’altro che irrilevante: oltre ottomila, grazie alle due sezioni del Cai (seimila iscritti) e alle associazioni di arrampicata sportiva. Il numero dei “climber” è in crescita anche grazie all’aumento della pratica agonistica dell’arrampicata sportiva, divenuta come si diceva sport olimpico: in dieci anni la Federazione ha registrato un più 400% di iscrizioni con l’ingresso nel Coni.
L’idea del “GasometroTrieste Climbing” è nata nella fucina dell’Università di Trieste nell’ambito del Protocollo d’intesa con il Comune che aveva affidato allo studente magistrale del Dipartimento di Scienze economiche Alberto Benericetti il compito di pensare a un progetto di recupero e valorizzazione del Gasometro del Broletto, che includesse anche un piano di fattibilità. Benericetti, sotto la guida del professor Giorgio Valentinuz, ha realizzato il progetto per conto dell’associazione di arrampicata sportiva “Mano Aperta”.
La società Iblarei, che ha acquisito il progetto, è già in contatto con partner internazionali ed è alla ricerca di soci per sostenere la realizzazione della palestra d’arrampicata al Gasometro del Broletto. Il piano finanziario prevede una concessione di 32 anni. Spetta ora al Comune dare una risposta pronunciando il fatidico “sisespol”, ovvero l’hashtag preferito dell’assessore Giorgi, che riuscirebbe così a piantare la bandierina sul tetto del Gasometro. Un’impresa che non è ancora riuscita a nessuno.
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