Una “paghetta” per i consiglieri comunali
TRIESTE. Nei Comuni del Friuli Venezia Giulia arriva la “paghetta”. Lo dispone, in alternativa ai compensi a gettone, la disciplina della finanza locale approvata lo scorso luglio in Consiglio regionale. Ancora da definire negli importi, al momento, ma la novità è messa nero su bianco: per gli amministratori delle autonomie, sia degli organi esecutivi che di quelli assembleari, è in previsione «un’indennità base di presenza o di funzione». L’intenzione, spiega l’assessore Paolo Panontin, è quella di far risparmiare gli enti locali. E il consigliere regionale forzista Bruno Marini, trasversalmente, la asseconda: «Se la coalizione di centrodestra dovesse ritornare al governo della città di Trieste, credo che sarà opportuno adottare questa soluzione».
I compensi a gettone (che saranno ancora possibili, i Comuni potranno scegliere tra le due opzioni) vengono considerati un peso eccessivo, in particolare per i Comuni più grandi. La deriva è stata quella delle convocazioni “facili” delle commissioni. «Fino a una al giorno - rileva Marini -, con il solo obiettivo di accumulare presenze e di aumentare l’introito mensile».
Non solo una questione di denaro corrente, ma anche di risorse umane. Per far lavorare le commissioni si mobilita anche il personale, distogliendolo dalla sua regolare attività. Di qui un ulteriore aggravio per gli enti pubblici, e sempre sul fronte dei costi della politica, quelli che la giunta Serracchiani ha inteso ridurre sin dai primi mesi della legislatura. Un input che viene ora trasferito alla periferia. Anche se si dovrà attendere ancora un po’ di tempo perché venga concretizzato. Si tratta infatti di definire tabelle equilibrate per i consiglieri comunali, che tengano evidentemente conto del diverso tipo di impegno da Trieste a Ligosullo.
«La misura delle indennità base di funzione e di presenza degli amministratori locali - si legge all’articolo 41 della 18/2015 - è determinata con deliberazione della giunta regionale su proposta dell’assessore competente, sentita la commissione consiliare competente». Una volta approvata la delibera di giunta, è probabile che i Comuni abbandoneranno il gettone per il compenso fisso degli eletti, anche per avere un quadro certo delle uscite. Nel rispetto dei paletti fissati all’articolo 42 della stessa legge 18: «Le indennità di funzione e di presenza degli amministratori degli enti locali non sono cumulabili con quelle spettanti ai componenti delle Camere, del Parlamento europeo e del Consiglio regionale». E ancora, a stroncare ulteriormente la tendenza alle commissioni inutili: «Gli amministratori locali non percepiscono alcun compenso per la partecipazione a organi o commissioni se è connessa all’esercizio delle proprie funzioni pubbliche; tale partecipazione può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute ove previsto dalla normativa vigente».
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