Una nuova spiaggia sul terrapieno di Barcola a Trieste: bonifica da 5,5 milioni

TRIESTE Sogno di un sindaco a mezza estate. Porto vecchio avrebbe ispirato anche Shakespeare. Ma non è onirismo agostano, perché il sogno è alimentato da 5,5 tangibilissimi milioni di euro. Roberto Dipiazza ci appoggia più di un pensierino: fare del terrapieno Barcola-Bovedo, per anni uno dei simboli del degrado ambientale triestino, un luogo destinato alla ricreazione. Un posto che, sottratto al pluridecennale rio destino di discarica, verrebbe attrezzato a mo’ di spiaggia, nella parte terminale del Porto vecchio, di fianco al parcheggio in via di costruzione. «Un posto bellissimo - dice il sindaco - adatto a fare sport».
Ai primi di aprile, poco prima che si votasse, la Regione a guida Serracchiani aveva siglato con l’Uti giuliana, presieduta dallo stesso Dipiazza, il Patto territoriale 2018-20, che stanziava su Trieste 20 milioni di euro: ecco da dove provengono quei 5,5 milioni in viaggio verso la bonifica di Barcola-Bovedo, cifra un po’ superiore a quella prevista per l’analogo recupero dell’Acquario muggesano. Ma il sindaco si mantiene prudente, sa che il sentiero verso “Dipiazza beach” non è rapido e agevole: bisogna affidare un incarico per studiare l’intervento, bisogna capire bene cosa è stato buttato lì negli anni Settanta e Ottanta, bisogna effettuare materialmente la bonifica. Caratterizzazione, carotaggi ... sono termini che l’irrisolta esperienza del Sin ha reso noti alla platea triestina.
Giulio Bernetti, neo-direttore dell’urbanistica comunale e responsabile del planning di Porto vecchio, scandisce il cronoprogramma di massima: «Primo atto la convenzione con l’Autorità portuale, che dovrebbe essere approntata nel giro di un mese. Secondo atto l’incarico per l’analisi del terreno, che potrebbe essere affidato entro la fine dell’anno. Terzo atto la gara per l’esecuzione dei lavori, che andrebbe in onda nel 2019. L’operazione andrebbe così a compimento verso il 2021».
La delicatezza del dossier implica la mobilitazione di più competenze dirigenziali, da quelle ambientali di Gianfranco Caputi a quelle amministrative di Andrea de Walderstein. Lo stesso Bernetti ricorda che la “playa de l’alcalde” non è incoerente al riparto delle vocazioni che il Comune sta programmando per Porto vecchio. Se il primo blocco (quello più vicino al centro) è “occupato” dalle concessioni novantanovennali alla Greensisam di Pierluigi Maneschi, se il secondo blocco - fino al 2022 condizionato dall’operatività di Adria terminal - è pensato per crociere e diporto, se il terzo blocco è dedicato a cultura-congressi-fieristica, il quarto polo dei 65 ettari, che compongono l’enorme area di Porto vecchio, concentra le attività ludico-sportive.
Non va dimenticato che già ora ospita il Bagno Ferroviario. E nella zona Barcola-Bovedo operano la società velica Barcola-Grignano, il club Saturnia, il club Sirena, il club del Gommone, la scuola di windsurf. Per cui l’idea del sindaco non è utopistica, ma andrà coniugata con le risorse disponibili (probabilmente i 5,5 milioni stanziati non saranno sufficienti e andranno implementati) e con quello che verrà trovato nel corso della bonifica.
Riproduzione riservata © Il Piccolo