Una nuova newsletter per raccontare i triestini di oggi

Ogni venerdì mattina gli abbonati potranno leggere una selezione delle più belle storie pubblicate nell'ambito dell'iniziativa lanciata per i 140 anni del Piccolo. Ecco come iscriversi
Elisa Lenarduzzi

TRIESTE Un appuntamento settimanale - il venerdì mattina alle 7.30 - per raccontare chi sono i triestini di oggi. Volti, nomi e voci di chi vive la città giorno per giorno, in questi tempi non facili in cui la pandemia ha stravolto le nostre abitudini. 

Dopo il lancio, lo scorso primo marzo, del nostro progetto “#itriestini”, ideato in occasione dei 140 anni del Piccolo, progetto che vede la pubblicazione quotidiana di una storia sul giornale di carta e sul profilo Instagram de Il Piccolo (@il_piccolo_trieste), da venerdì abbiamo aggiunto anche un terzo tassello.

Una newsletter settimanale - I Triestini - in cui raccogliere tre delle storie più belle uscite sul quotidiano nei giorni precedenti. Non solo: uno spazio ad hoc è dedicato agli articoli di cronaca che hanno per protagonisti proprio i cittadini di Trieste, con le loro storie e i loro progetti.

Per riceverla gratuitamente ogni settimana, il venerdì mattina, tutti coloro che sono già abbonati non devono far altro che andare nella pagina dedicata alle newsletter  (sulla home page del sito del Piccolo, in alto a destra)  e cliccare su “iscriviti”, mentre tutti i nuovi abbonati potranno riceverla automaticamente senza azioni aggiuntive.

Tra i protagonisti della prima puntata c'era Maida: a 92 anni ricorda ancora con nitido dolore cosa significasse appartenere alla comunità slovena negli anni del fascismo e, con altrettanta ludicità, porta ancora nel cuore l'infanzia trascorsa con l'amato nonno. Assieme a lei Giuseppe, insegnante calabrese "adottato" da Trieste fin dal 2002, che nonostante ormai si senta "triestino" a tutti gli effetti, tra gite in Istria e bicchierate in osmiza, inizia a sentire nostalgia della sua terra. La terza storia che abbiamo inserito nella prima newsletter è quella di Francesca, che da bambina sognava di fare la maestra d’asilo e alla fine ha scelto di diventare un’educatrice, dedicando la propria vita a chi sta attraversando un periodo difficile della propria esistenza.

 

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