DOLEGNA DEL COLLIO Uva ha trovato una famiglia. Da lunedì la cagnetta abbandonata in una vigna di Mossa avrà ufficialmente una nuova casa. In attesa della formalizzazione dei documenti, già da due settimane vive con i suoi nuovi amici, titolari di un’azienda agricola a Ruttars. La sua storia aveva commosso il web. In un freddo sabato mattina di aprile era stata trovata sotto la pioggia battente legata a una vite. Era spaventata, e ringhiava a chiunque le si avvicinava. Per liberarla si era reso necessario l’intervento del cinovigile. Una volta recuperata, era stata affidata alle cure dei volontari del canile di Lucinico.
La cagnolina abbandonata e incatenata a una vigna
Gli utenti dei social-network si erano scatenati. Il video di lei sotto la pioggia aveva sollevato lo sdegno generale e in molti avevano manifestato il desiderio di adottarla. Nessuno, però, si era poi presentato all’Aipa per portarla davvero a casa.
Chi alle parole ha preferito i fatti è stata la signora Maurizia Culot. «In casa – racconta - avevamo già un altro cane, Lola, e non avevamo intenzione di prenderne altri. Poi, abbiamo letto l’articolo del “Piccolo” in cui si diceva che ancora nessuno aveva adottato Uva e, così, con mio marito Livio ci siamo detti: dove ce n’è uno, ce ne possono stare due. E siamo andati al canile di Lucinico. Quando l’ho vista mi ha conquistata subito e, per la verità, ha conquistato subito anche la camera da letto».
Lunedì terminerà il periodo di prova, ma è chiaro che Uva si è già integrata alla perfezione. Le ci sono voluti otto giorni prima di riuscire a legare veramente con Lola, ma dopo le diffidenze iniziali, le due cagnette ora giocano senza sosta. «Uva è un nome bellissimo e qui tra i vigneti del Collio ci sta proprio bene. È un po’ turbolenta, ma è affettuosissima e, in generale, non crea problemi. È abbastanza educata: quando è salita in macchina si è subito accomodata sul sedile di dietro. Forse mi sbaglio, ma da come si comporta, penso che chi l’aveva prima le abbia voluto bene davvero. Non riesco quindi a capire perché l’abbiano abbandonata. Comunque sia, è una storia finita bene».
La signora Maurizia, però, sembra essere la regina delle storie finite bene perché Uva non è un’eccezione. Al contrario: anche Lola è passata da un canile prima di approdare tre anni fa all’azienda “Casa delle Rose”. «Quando è arrivata da Reggio Calabria era in condizioni disperate. Ci sono volti tre mesi di iniezioni quotidiane prima che si riprendesse dalla leishmaniosi».
E da libro Cuore è anche la storia della gatta Tina, raccolta dalla strada. Il veterinario aveva detto che non avrebbe superato la notte. Lei l’ha fatta curare lo stesso e Tina è sopravvissuta. «Qui da noi, l’unico animale con una storia normale è Romeo, il gatto di mia figlia», sorride Maurizia.
Se Uva dopo tre mesi e mezzo è riuscita a lasciare il canile di Lucinico, nella struttura gestita dall’Aipa rimangono ancora 27 animali in cerca di una casa e di affetto. «Abbiamo messo dei post su Facebook e aspettiamo che qualcuno si faccia avanti», dice Susanna, la responsabile della struttura di via del Camposanto, evidenziando che sono «dolcissimi e coccolosi». La sua speranza è che la signora Maurizia possa diventare fonte d’ispirazione per qualcuno.