Una norma frena la cittadinanza agli agenti uccisi, poi la soluzione e Dipiazza corregge Terranova

Il segretario generale dice no: «Lo Statuto la prevede solo per persone in vita». Il sindaco cambia rotta e annuncia: «Sarà un riconoscimento alla memoria»
Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra i due agenti uccisi a Trieste, Pierluigi Rotta (D) e Matteo Demenego (S), 6 ottobre 2019. "Dopo tanto tempo 'i figli delle stelle' sono tornati. Siamo qui e quindi voi dormite sonni tranquilli". A parlare - in un video - sono Matteo e Pierluigi, gli agenti uccisi nella sparatoria in Questura a Trieste. ANSA/Polizia EDITORIAL USE ONLY NO SALES
Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra i due agenti uccisi a Trieste, Pierluigi Rotta (D) e Matteo Demenego (S), 6 ottobre 2019. "Dopo tanto tempo 'i figli delle stelle' sono tornati. Siamo qui e quindi voi dormite sonni tranquilli". A parlare - in un video - sono Matteo e Pierluigi, gli agenti uccisi nella sparatoria in Questura a Trieste. ANSA/Polizia EDITORIAL USE ONLY NO SALES

TRIESTE. Frenata e conseguente retromarcia del Comune sulla cittadinanza onoraria a Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, i due agenti uccisi nella sparatoria in Questura.

Nel corso della giornata di ieri, martedì 26 novembre, sembrava che la mozione per dare l’onorificenza ai poliziotti fosse da cestinare per un inghippo tecnico segnalato dal segretario generale Santi Terranova: la cittadinanza onoraria non si può dare ai defunti. Nel pomeriggio, però, il sindaco Roberto Dipiazza è intervenuto per stroncare le polemiche sul nascere, assicurando una «cittadinanza onoraria alla memoria».

Questi i fatti. Nel primo pomeriggio di ieri viene diffusa una nota in cui il segretario generale Terranova annuncia che i due agenti saranno onorati nell’anniversario della mattanza «in quanto, ad avviso dello scrivente, non è possibile il conferimento della cittadinanza onoraria a persone fisiche non più in vita».

Nel frattempo, però, succede il patatrac. Il forzista Michele Babuder, primo firmatario della mozione (sottoscritta poi da tutti i partiti), in principio si adira: «Non ravviso nel Regolamento alcun impedimento al conferimento della cittadinanza onoraria “post mortem”, seppur non specificatamente disciplinata, e sono certo che tutto il Consiglio, accogliendo e condividendo la mozione presentata, abbia interpretato il profondo sentimento manifestato dalla collettività cittadina in quella tragica occasione». Il riconoscimento, aggiunge, può esser dato anche alle famiglie.

Interviene anche il consigliere pentastellato Paolo Menis, che commenta: «La cittadinanza onoraria va conferita, non possiamo fermarci difronte ad un rilievo tecnico. Se necessario modifichiamo in fretta il regolamento e procediamo a ricordare ancora una volta i due agenti».

Perfino il presidente del Consiglio, il dipiazzista Francesco Di Paola Panteca, riferiscono fonti comunali, si mobilita per superare l’inciampo.

La polemica viene presto disinnescata da una nota del sindaco Dipiazza, che scrive: «Il 4 ottobre scorso Trieste ha perso due dei suoi figli migliori e tutta la città si è stretta in un forte abbraccio alle famiglie degli agenti della Polizia, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, uccisi all’interno della Questura. Trieste non li dimenticherà mai. Come sindaco, insieme a tutta l’amministrazione comunale, onoreremo il loro sacrificio con la cittadinanza onoraria alla memoria che consegneremo alle famiglie».

Il primo cittadino aggiunge poi un ulteriore passaggio a difesa del suo braccio destro: «Il segretario generale del Comune che, interpellato, ha potuto rispondere solo secondo regolamento, ha trovato una via interpretativa che permetterà a questa amministrazione di onorare, come meritano e come tutti noi e tutta la città vuole, gli agenti Demenego e Rotta».

L’intervento del sindaco rassicura tutti, inclusi i forzisti, che esprimono la loro soddisfazione in una nota firmata dal capogruppo Alberto Polacco e dal consigliere Babuder: «Accogliamo con profonda soddisfazione le parole del nostro sindaco che ha voluto chiudere un caso che sembrava essersi creato in queste ore. Come primi proponenti della mozione firmata da tutto il Consiglio comunale vediamo concretizzarsi la richiesta di conferire la cittadinanza alla memoria degli agenti che in questa città lavoravano ed hanno purtroppo lasciato le loro nobili vite», concludono.

 

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