Una mostra all’anno e il Tesoro del Duomo uniscono Gorizia e Aquileia in vista del 2025 al museo di Santa Chiara
GORIZIA «Da parte nostra, la grande esposizione del 2025 sarà quella sul Tesoro del Duomo. La volevamo allestire prima della pandemia, ma poi il dilagare del Covid ci ha costretto a rinviarla e, a questo punto, abbiamo pensato di rimandarla direttamente al 2025. Nel dar vita a questa iniziativa, che avrà quale cornice quella del Museo di Santa Chiara, siamo tutti d’accordo: i Comuni di Gorizia, Nova Gorica ed Aquileia, la Regione, l’Erpac, la Fondazione Carigo e l’Arcidiocesi». Lo rivela l’assessore Fabrizio Oreti, mentre più nei dettagli dell’esposizione entra Roberto Grion, direttore dell’ufficio arte sacra della stessa Arcidiocesi. «Il cosiddetto tesoro del Duomo comprende sia quello della cattedrale di Gorizia sia quello del patriarcato di Aquileia – afferma –. Di sicuro, esporremo quindi i materiali appartenenti ad alcuni arcivescovi di Gorizia (come il pastorale, la mitria, qualche anello), gli oggetti legati alla liturgia (che vanno dai calici alle ampolline, dagli ostensori ai turiboli e ai reliquiari), i busti dei patroni, alcuni evangelari e, probabilmente, alcuni codici miniati, retaggio del patrimonio del Patriarcato di Aquileia, ora diviso tra Gorizia e Udine». Prosegue Grion: «Il materiale già da ora è a disposizione degli organizzatori della mostra in quanto l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli ha permesso il suo utilizzo ritenendo che sia importante presentarlo all’attenzione della cittadinanza e dei visitatori».
Da qui al 2025, però, mancano ancora parecchi mesi. «Fino ad allora il Comune organizzerà almeno una mostra all’anno, come peraltro è una sua consuetudine – continua Oreti –. Ma in più, visto che Gorizia-Nova Gorica 2025 possiede un forte carattere attrattivo, e ciò grazie anche ai bandi regionali cultura che premiano espressamente la realizzazione di iniziative sul territorio, ospiteremo pure altre realtà associative che verranno in città con le loro esposizioni d’arte». Per esempio, al Museo di Santa Chiara si inaugurerà giovedì un’esposizione di dipinti, prototipi di arredi e video per promuovere l’intreccio produttivo e culturale fra il mondo imprenditoriale e quello artistico. A curarla ci penserà Sabrina Zannier, mentre l’iniziativa, che andrà avanti fino al 20 novembre, è prodotta dall’associazione Maravee. Per il 2023, invece, è certo che lo stesso Museo ospiterà una mostra dedicata al centenario della costituzione dell’aeronautica militare, con la curatela del gruppo Isonzo. Riguardo ad altre esposizioni che arricchiranno il percorso da qui al 2025, Oreti «anche in considerazione della velocità a cui, oggi, cambia il mondo» preferisce non sbilanciarsi. «Quel che posso dire – continua l’assessore – è che nelle tappe di avvicinamento all’anno della Capitale troveranno spazio i grandi artisti che fanno parte del Dna di Gorizia e, a tal proposito, mi fa piacere che Monfalcone, con le iniziative su Tullio Crali e su Zoran Mušic tenga in considerazione gli artisti legati alla nostra città». Resta il fatto che per la mostra monfalconese “Sguardi Transfrontalieri. Avanguardie di modernità nell’arte e nell’architettura dell’Europa ritrovata”, avente come obiettivo l’approfondimento di due nomi importanti dell’arte e dell’architettura del Novecento, i goriziani Zoran Music e Max Fabiani, il Comune di Gorizia aveva negato il partenariato all’iniziativa. «Ci è stato presentato un pacchetto che non prevedeva un coinvolgimento attivo del Comune» replica Oreti, fugando ogni dubbio
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