«Una metropolitana Trieste già ce l’ha ed è la Transalpina»
A Trieste esiste già una metropolitana leggera. Dai tempi dell’Austria. A ricordarlo è il neonato gruppo politico “Podemo” che, nato in seno ai movimenti indipendentisti triestini, vuole presentarsi alle comunali del 2021. «Il tratto della Ferrovia Transalpina che collega Campo Marzio con Opicina, via San Giacomo e Rozzol, è da poco tornato in attività e, oltre ad essere in grado di aumentare la capienza ferroviaria da e per il nostro porto, con convogli già in transito, può rappresentare uno dei tasselli di un sistema di ferrovia metropolitana leggera in grado di risolvere la stragrande maggioranza dei problemi di trasporto pubblico oggi presenti», si spiega in un comunicato stampa.
Le stazioni coinvolte da questa linea sono: Campo Marzio, San Giacomo, Rozzol, Guardiella (con possibile collegamento all’Università), Sissa, Opicina e Sesana. «Esiste uno studio articolato, denominato “Adria A”, realizzato da varie università e presentato nel 2014, che è però stato frettolosamente messo in un cassetto dalla politica locale», dichiara il direttivo di “Podemo”: «Si tratta, semplificando, di uno studio per creare un sistema di ferrovia metropolitana leggera in grado di unire varie zone di Trieste a Capodistria, Sesana e Monfalcone, utilizzando in stragrande maggioranza infrastrutture tuttora esistenti, come il tratto riaperto di recente». La riattivazione della Transalpina è al centro del progetto di Trieste «città allargata che si sviluppa a partire dall’aeroporto di Ronchi fino a Portorose».
«I vantaggi di una vera integrazione di tutta quest’area sono evidenti: fare sistema significherebbe aumentare il bacino d’utenza e il potenziale di crescita per qualsiasi azienda e associazione esistente. E genererebbe condizioni migliori per intraprendere nuove iniziative», prosegue “Podemo”: «I blocchi su questo progetto sono, ad oggi, solo ed esclusivamente politici, trattandosi di una realizzazione dai costi relativamente bassi, in quanto basata su infrastrutture esistenti che, in molti casi, come quello della linea Transalpina e della stazione di Campo Marzio, sono state realizzate dall’Austria più di un secolo fa». La morale? «Mentre le città di mezzo mondo stanno spendendo in questo momento miliardi su miliardi per creare questo tipo di infrastrutture - conclude “Podemo” - noi che le abbiamo a disposizione per una frazione del costo non le stiamo utilizzando, se non in minima parte». —
Fa.Do.
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