Una medaglia a ricordo del cervignanese Scirocco

Ugo Salvini

Ugo Salvini / trieste

Un riconoscimento solenne per il sacrificio compiuto. Un modo per riannodare il ricordo di fatti che non possono essere dimenticati. È questo il duplice significato attribuito ed evidenziato ieri dal prefetto di Trieste Annunziato Vardè alla consegna delle medaglie d’onore conferite dalla Presidenza della Repubblica ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto, medaglie date ai loro figli nel corso di una sentita cerimonia svoltasi nel palazzo del Governo di piazza Unità d’Italia. Vardè ha sottolineato «la gravità dell’orrore della violenza e della prevaricazione dell’uomo sull’uomo, che qualcuno ha addirittura cercato e tuttora cerca di negare. Questo ricordo va invece tramandato, soprattutto ai giovani, affinché si sappia quanto accadde in quei drammatici anni. La memoria fa la storia e la storia nutre la cultura e la sensibilità di ciascuno di noi. Dobbiamo essere vigili, affinché certe sopraffazioni non abbiano a ripetersi».

Maria Romana Cartelli ha ritirato il riconoscimento attribuito al padre Giobatta, nato a Tramonti di Sopra nel 1921, internato nei campi di Leopoli, Limberg e Wietzendorf dal ’43 al ’45. A Lucio Mircovich è stata consegnata la medaglia in onore del padre Vittorio, nato a Trieste nel 1914, internato nel campo di Wurzburg dal primo agosto del 1944 al primo aprile del 1945. Infine, a Lucia Scirocco è stata data la medaglia d’onore per ricordare il padre Giovanni, nativo di Cervignano del Friuli nel 1916, internato in Polonia e ad Amburgo dal ’43 al ’45. Giovanni Sirocco morì nei campi di prigionia di Dachau. «In questa occasione – ha concluso Vardè – ricordiamo idealmente tutti coloro che patirono la deportazione e non ebbero la possibilità di raccontarlo, perché perirono in circostanze rimaste spesso non chiarite».—



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