Una “Madre” che accoglie e aiuta le donne a rifarsi una vita

‘’Una madre che accoglie’’, questo è il nome del progetto che la Caritas diocesana di Trieste ha elaborato nel 2003 per dare accoglienza, ascolto e aiuto alle mamme sole con bambini, alle donne...

‘’Una madre che accoglie’’, questo è il nome del progetto che la Caritas diocesana di Trieste ha elaborato nel 2003 per dare accoglienza, ascolto e aiuto alle mamme sole con bambini, alle donne separate, vedove o nubili che sono in difficoltà. La casa ‘’La Madre’’ si trova a Trieste in via dei Navali 25 (di San Giacomo). Possiamo dire che “apre le braccia alle donne bisognose”. La casa comprende, oltre alla cucina, alla sala e ai servizi, sei stanze, più una per le emergenze. Attorno alla casa c’è un ampio giardino. Per essere accolte nella casa le donne devono consegnare la richiesta alla Caritas, che attiva il servizio di assistenza sociale. In un secondo momento le donne hanno un colloquio con i responsabili della struttura. Quando una donna entra nella casa, deve osservare varie regole, tra le quali il rispetto degli orari della colazione, del pranzo e della cena. Ci sono i turni per cucinare e per mettere a posto la cucina e le parti in comune. Se succede che qualcuno è assente nelle ore dei pasti, deve avvisare prima. Nella casa c’è sempre bisogno di assistenti sociali e psicologi.  Le donne che entrano possono essere triestine o provenire da altri paesi, ma tutte presentano situazioni molto difficili. Mediamente il 60% sono straniere e nella maggior parte dei casi con bambini piccoli. Le straniere provengono spesso da diverse aree dell’Europa Orientale, dall’Asia, dall’America Latina e dall’Africa, quasi semprenubili. Le donne possono restare nella casa da uno a sei mesi. Oltre ai dipendenti dell’organizzazione ci sono i volontari che vengono di mattina e aiutano a cucinare. La casa accoglie anche i tirocinanti della scuola superiore per una o più settimane: aiutano ad accudire i bambini, nella cucina, controllano i vestiti che vengono mandati dalla Caritas e specialmente comunicano con le donne che risiedono nella casa.

I volontari, assieme ai dipendenti e ai tirocinanti, motivano le donne a reagire alle loro difficoltà, a trovare un lavoro e specialmente a diventare delle persone indipendenti, e aiutano le straniere a imparare la lingua italiana.. Infatti, la maggior parte delle donne, dopo un breve periodo nella casa “La Madre”, diventa autonoma e comincia a rifarsi una vita diversa.

Anðela Jablanovic

Classe 4.a D

Liceo Slomšek

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