Una lunga scia di sangue tra elicotteri e ultraleggeri

Numerosi gli incidenti fatali nei cieli del Veneto Orientale A luglio a perdere la vita era stato un quarantunenne di Motta di Livenza

È lungo l’elenco delle tragedie e degli incidenti aerei avvenuti nel Veneto Orientale. Il più delle volte sono rimasti coinvolti aerei da turismo, ultraleggeri o elicotteri.

Ieri, alla notizia di quanto accaduto, la mente di chi risiede in queste terre è andata alla tragedia avvenuta appena pochi mesi fa, era metà luglio, all’aviosuperficie Papere Vagabonde di Caposile, tra San Donà e Jesolo. A perdere la vita fu Eros Antoniazzi, residente a Motta di Livenza, che una decina di giorni dopo la tragedia avrebbe compiuto 41 anni. L’incidente si consumò nel tardo pomeriggio. Antoniazzi si schiantò al suolo pochi minuti dopo il decollo, con il suo elicottero modello YoYo. Originario di Motta, Antoniazzi era titolare, insieme alle sorelle, di un’importante azienda di trasporti e noleggio autobus. Con il suo bus, era stato anche l’autista del Venezia Calcio.

Ma non è l’unico incidente mortale avvenuto in zona in tempi recenti. Nel dicembre 2016, a Croce di Musile, perse la vita schiantandosi nella nebbia il 77enne Benito Cavasotto di Montebelluna. Nel 2012 la stessa aviosuperficie di Caposile aveva pianto la morte del 45enne pilota jesolano Franco Borin e del 19enne trevigiano Simone Conte. Tornando ancor più indietro nel tempo, si scoprono almeno altre due tragedie nel Veneto Orientale. Nel 2010 a San Stino persero la vita, nello schianto del loro ultraleggero Supereurostar, due quarantenni: Pietro Sturniolo, imprenditore di Marcon, e il trevigiano Renzo Raffaini. Nel 2008, invece, nella zona di Eraclea, in località Torre di Fine, morirono Gaetano Pietro Manfredi e la figlioletta di quattro anni. —







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