Una gestione rinata ma pesano le bollette
Il direttore Bonaldo: «Stiamo in piedi grazie al contributo del Comune, qui luce e acqua molto più care»

Bonaventura Monfalcone-25.08.2017 Furto in piscina-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
È dal 2104 che l’Arca nuoto ha preso in gestione la piscina comunale, una vera svolta per l’impianto che, a detta di tanti fruitori, nonostante sia vecchio e con qualche acciacco, è rifiorito. Un’impresa faticosa per la società che sta facendo i salti mortali per mandare avanti la struttura e che più che per il business viene spinta dalla passione per il nuoto. L’Arca è veneta, di Oderzo e oltre a Monfalcone gestisce le piscine di Oderzo, Vazzola, Martellago, Fontanafredda, Spilimbergo e Pasiano di Pordenone. «Una società che è nata per la passione del nuoto - racconta il direttore Mosè Bonaldo, anche lui ex nuotatore agonista, appassionato del settore, allenatore e esperto di salvamento acquatico, pure lui veneto di Treviso - fatta da persone, ad iniziare dal responsabile, che sono state nate e formate nel nuoto. Insegnanti, tecnici, esperti».
Solo a Monfalcone, con vari gradi di impegno, ruotano almeno 30 persone dello staff durante l’estate che si riducono a una ventina in inverno. «Abbiamo partecipato alla gara nel 2014 e abbiamo preso in gestione la struttura. Finora siamo discretamente contenti. Anche se la struttura che ha fatto il suo tempo andrebbe rinnovata». Il direttore non si sbottona, ma fa capire che è dura andare avanti e se non ci fosse il contributo pubblico (come in tutte le piscine in Italia) la gestione sarebbe un massacro. E ogni giorno è una lotta per stare a galla. L’attività è condotta 365 giorni all’anno, feste comprese, c’è la scuola nuoto, il fitness in acqua, l’attività dei centri estivi con i bimbi che frequentano la parte esterna. Anche ieri i centri estivi, con i bambini sistemati all’esterno durante l’intervento della polizia. Due vasche interne, una esterna con il giardino. «È una piscina che ha costi di gestione un po’ elevati - conferma Bonaldo - è una struttura grande. Bisogna scaldare interni e acqua anche se in vasca c’è una persona soltanto. Il problema a Monfalcone è che le tariffe dell’elettricità e dell’acqua sono molto elevate, l’acqua poi è molto più cara che nel trevigiano».
Una lotta continua. «Anche perché le tariffe sono calmierate e per sopravvivere ci vuole un numero minimo di persone che frequenta l’impianto. Il problema è che la piscina non è tanto frequentata come meriterebbe. Il Comune ci dà una grande mano, senza contributo esterno non si va avanti».
(g.g.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video