Una gara di nuoto in ricordo di Stefano Zollia
TRIESTE L’ultimo addio a Stefano Zollia, l’istruttore di nuoto del polo natatorio Bruno Bianchi stroncato da un malore a soli 42 anni, mentre si trovava in trasferta con i suoi atleti a Chianciano, dovrà attendere ancora qualche giorno. È stata infatti disposta l’autopsia sul corpo del dirigente morto mentre stava dormendo in albergo. In attesa che i funerali vengano fissati, Stefano viene ricordato dall’olimpionico Franco Del Campo, direttore del Centro federale Trieste.
di FRANCO DEL CAMPO
La telefonata arriva come un macigno ad un’ora improbabile e lascia senza fiato, incredulo, affranto. Stefano Zollia è morto. Lo ha trovato, nel suo letto, il suo compagno di stanza, che ha tentato un inutile massaggio cardiaco per lunghi minuti, finché sono arrivati i medici del 118 che gli hanno subito detto: è inutile.
Stefano era andato a Chianciano con i “suoi” bambini. Anche se da qualche mese aveva cambiato ruolo all’interno del Centro Federale Trieste, aveva voluto restare vicino ai suoi tantissimi allievi e così li aveva accompagnati nella loro prima trasferta nazionale e il giorno prima ci aveva mandato, orgoglioso, le loro foto con le tante medaglie conquistate.
Poi nella notte, nel sonno, accade l’impossibile, l’impensabile per un ragazzo grande e gioviale come lui e un aneurisma ce lo toglie per sempre. Gli istruttori che erano al suo fianco e le famiglie che seguivano i bambini non se la sentono di continuare a gareggiare e decidono di tornare, ma cercano di proteggere i più piccoli dal fatto luttuoso e dicono che il loro maestro si è sentito male e che li seguirà tra breve. Si accende subito una rete di telefonate concitate, di messaggi, di incredulità, ma bisogna trattenere le lacrime per non tradirsi con i bambini.
Stefano Zollia era quello che si vede nella foto, un “ragazzone” che sembrava più giovane della sua età, pronto a sostenere il mondo, autoironico, sempre sorridente e disponibile. Quando serviva una mano potevi sempre contare su di lui. Adesso, quando è troppo tardi ripensi all’ultima foto di gruppo, pochi giorni fa, dove lui non c’è perché era andato a mettere a posto qualchecosa. Pazienza, ci siamo detti, lui c’è sempre e ne faremo un’altra la prossima volta... Adesso, invece, non c’è più e non ci sarà una prossima volta per fare una foto insieme, a causa di una morte tanto imprevedibile quanto ingiusta.
Ma rimane il suo ricordo, forte, vitale, generoso. I suoi genitori, che lo hanno sempre seguito con discrezione, adesso entrano nella grande famiglia della Federazione italiana Nuoto e staremo loro vicini in tutti i passaggi, complessi ed inevitabili, per riportare il suo corpo a casa e per tutte le innumerevoli pratiche burocratiche che rendono la scomparsa di una persona cara ancora più dolorosa.
Non lo dimenticheremo e appena avremo il tempo per riprendere fiato dal colpo che abbiamo ricevuto a tradimento, decideremo come ricordarlo, di sicuro con una gara che disputeranno nel suo nome i bambini che lo hanno conosciuto e che gli hanno voluto bene, e anche quelli che adesso sono troppo piccoli per averlo avuto come “maestro”.
Tutti quelli che partecipano alla gestione in un impianto grande e complesso come la piscina “Bianchi” fanno parte di una squadra affiatata e lo ricorderanno per la sua capacità di “giocare” in tutti i ruoli, da riserva a capitano, sempre sorridente e disponibile. Stefano lascia dietro di sé una scia di ricordi e di affetti che non si dissolverà troppo presto. È così che lo ricorderemo.
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