Una donna al vertice del Rotary club Trieste

Dall’altra sera, da quando l’uscente Romano Isler le ha affidato le redini nel corso della cerimonia del passaggio del martello, Cristina Benussi è la presidente del Rotary club Trieste, in carica per l’annata 2013-2014. Una donna ai vertici di un Rotary: è questa, per Trieste, una novità assoluta. E di rilievo, se si pensa che il sodalizio si è aperto solo da pochi anni alle donne, e dopo vivaci discussioni interne: «Sul punto ci furono allora 14 contrari su circa 150 soci, una buona percentuale era per il no agli ingressi al femminile. Così, quando poi si è trattato di eleggermi, qualcuno mi ha detto che non mi avrebbe votato: per coerenza», racconta Benussi. Non per la persona in sé, ovviamente, applaudita a lungo nella conviviale che ha visto peraltro Isler relazionare sull’attività svolta dal club nel suo anno di presidenza.
Del resto Benussi, socia del Rotary da sei anni, una carriera come docente e poi anche preside della Facoltà di lettere e filosofia, non è certo nuova a cariche né a ruoli di peso. E piuttosto che di uomini e donne parla di persone, anche se questa sua elezione «è un passaggio che mi fa piacere in un sodalizio dove comunque la stragrande maggioranza dei soci non sottolinea differenze» di genere e dove «ho avuto da presidente un’accoglienza affettuosa, magari con un po’ di curiosità per ciò che farò». Ecco, appunto, i programmi. I temi culturali avranno ruolo forte come sempre, con i tradizionali “service” e con un nuovo volumetto sulla chiesa serbo-ortodossa, da inserire nel filone delle guide che da anni il Rotary Trieste dedica a musei e monumenti cittadini. Ma l’attività - dice Benussi citando anche il vicepresidente, Enrico Tongiorgi, delegato del rettore dell’Università per la divulgazione scientifica - si amplierà ad altri settori. Puntando l’attenzione per esempio sul tema della cultura imprenditoriale per offrire ai giovani strumenti utili a capire come creare impresa: «Una pista da seguire in una città di terziario e non di cultura imprenditoriale, ma dove ormai il terziario quasi non esiste più», commenta Benussi. Così, «in un master universitario sarà inserito un progetto mirato a spiegare ai ragazzi le tappe dell’imprenditoria». Previsto anche un seminario sul fare impresa al femminile.
In cantiere poi progetti di tipo umanitario anche in collaborazione con gli altri club e con l’apporto della Rotary Foundation: uno riguarda il sostegno alle popolazioni del Camerun, un altro mira ad aiutare una struttura per persone con handicap gravi a Fiume, in Croazia. «Ne discuteremo con la commissione che si occupa dei service - commenta Benussi - l’obiettivo comunque resta quello di aprire qualche pista nuova, anche con l’aiuto del Rotaract (l’organizzazione giovanile, ndr). Mi piacerebbe che del Rotary uscisse l’immagine di “impresa sociale”, privata ma al servizio delle persone». (p.b.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo