Una «cura spagnola» per la Slovenia
TRIESTE. «La situazione è grave e in questo momento sono assolutamente da bandire ogni sperimentazione o acrobazia politica che mini la stabilità del governo che deve essere assolutamente stabile nel prendere quelle decisioni difficili che aspettano lo Stato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi». Da Bruxelles sono categorici nei confronti della Slovenia. Ne parla Simon O’Connor, il portavoce del commissario Ue alle Attività finanziarie Olli Rehn, in risposta alle possibili dimissioni della premier Alenka Bratušek per dissidi interni al suo partito determinati dal “movimentismo” del suo padre fondatore e sindaco di Lubiana, Zoran Jankovi„, il cui ritorno sull’agone politico nazionale determinerebbe lo scioglimento dell’attuale maggioranza quadripartita.
E che la Commissione europea abbia assolutamente ragione lo confermano anche fonti finanziarie slovene. La Slovenia, dicono, in questo momento non può più indebitarsi sui mercati internazionali, quindi deve fare diligentemente i “compiti a casa” assegnatili dall’Ue. E non è detto che basti, la richiesta di aiuto al Fondo salva stati appare sempre più concreta. Il grande buco nero in cui il Paese rischia di sprofondare è quello delle banche. Secondo Bloomberg gli interessi del debito sloveno nel 2014 ammonteranno a 3,1 miliardi di euro e dovranno essere rifinanziati. E se il governo di Lubiana stima in 1,2 miliardi il “buco” del sistema creditizio del Paese, per Bloomberg invece questo ammonta al 20% del Pil il che significa circa 7 miliardi di euro: una debacle.
A Bruxelles si sta già pensando a quale tipo di soluzione ricorrere per il salvataggio della Slovenia. In queste ore prende sempre più corpo di attuare il cosiddetto “modello spagnolo”, quello cioè già riservato a Madrid, un programma di aiuti cioè circoscritto alle banche e senza l’intervento della trojka. La seconda possibilità è un intervento più “forte” che penetra il sistema creditizio ma anche le finanze pubbliche. Tutto dipenderà dalla legge di stabilità slovena che, secondo le prime indiscrezioni, viene valutata scarsamente positiva visto che la riduzione del debito è troppo poco centrata sulle uscite e poi i tagli di investimenti non sono i benvenuti. Per cui è molto probabile che la Commissione richieda degli aggiustamenti alla legge di stabilità varata a Lubiana che, se non avrà pronte e concrete risposte, dovrà “subire” il programma di salvataggio per intero che sarebbe gestito dalla Bce. Anche per Bruxelles la soluzione migliore sarebbe la ricetta spagnola che non presuppone l’intervento della trojka e quindi non sancisce che il Paese è dal punto di vista operativo, incapace. Intanto la Borsa di Lubiana crolla. L’indice Sbi Top a settembre ha fatto segnare un -2,4%, mentre dall’inizio dell’anno il calo è pari a -13%.
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