Una casa ai senzatetto, ma è virtuale
Il Comune di Monfalcone dà la residenza ai senza fissa dimora. L'indirizzo? Una via "virtuale" che nella realtà non esiste. Sarà intitolata a Natale Morea, un clochard romano che nel 2003 difese due ragazze da un’aggressione
MONFALCONE Il Comune di Monfalcone cancella i senzatetto. Almeno sulla carta. Dai documenti di identità, infatti, scomparirà la dizione ”senza fissa dimora” che sarà sostituita da via Natale Morea, un barbone romano che nel 2003 non esitò a mettere repentaglio la propria vita, rimanendo ferito, per sottrarre due ragazze a un’aggressione. L’uomo ricevette dall’allora presidente Ciampi la medaglia d’oro al valor civile. È a lui che oggi il Comune intende intitolare una strada.
Una strada, però, inesistente, che sarebbe vano cercare in città. La strada in cui ”abitano” i senza fissa dimora c'è solo sulla carta, anche se è indispensabile per consentire l'iscrizione all'anagrafe di chi occupa temporaneamente pensioni, roulotte o rifugi provvisori. Una situazione che a Monfalcone interessa una ventina di persone, che un alloggio stabile al momento non ce l'hanno perché la famiglia d’origine si è disgregata e hanno perso il lavoro. Presentare una carta d'identità su cui però come recapito c'è scritto "Via dei Senza fissa dimora" non è certo un biglietto da visita ottimale. Come l'amministrazione comunale ha convenuto, decidendo quindi di intitolare la via che non esiste a Morea, morto nel 2006 a Massafra. Il periodo di 10 anni dalla scomparsa richiesto per procedere all'intitolazione di una via a una persona questa volta non ha però rappresentato un ostacolo: la via non esiste, non ha numeri civici, e quindi la prefettura ha fornito in tempi molto rapidi il proprio parere favorevole.
«Abbiamo accolto molto volentieri la proposta di andare a questa intitolazione che è stata avanzata dalla responsabile del servizio anagrafe - spiega l'assessore alle Politiche sociali e servizi demografici Cristiana Morsolin -. Il nome di via dei Senza fissa dimora poteva andare bene fino a qualche anno fa, quando chi si trovava in questa condizione erano di fatto solo i nomadi, che non avevano interesse a radicarsi sul territorio». La situazione è cambiata in questi ultimi anni, quando a trovarsi senza casa sono state e sono persone che già risiedevano a Monfalcone e si sono trovate, per vari motivi, senza più un'abitazione stabile. «Poteva quindi essere lesivo per la loro dignità e discriminatorio trovarsi con quell'indirizzo, perché sarebbero stati subito etichettati», sottolinea l'assessore. Tra l’altro, nella nuova via, ancorchè virtuale, non ”abita” chi ha occupato abusivamente un alloggio. «In quel caso, in base alla normativa, la polizia municipale accerta che la persona sta nel luogo indicato nella richiesta di iscrizione all'anagrafe - spiega l'assessore Morsolin -. È quanto è accaduto anche con gli occupanti di casa Mazzoli in via Don Bosco. Che poi l'occupazione sia illegale e faccia scattare provvedimenti di sgombero ed eventuali denuncie è un'altra questione».
La decisione di eliminare dalla carta d’identità la dicitura ”senza fissa dimora” è un’iniziativa che anche altre città hanno preso, ricorda il dirigente della Mobile della questura di Gorizia, Massimiliano Ortolan.
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