Una casa ai disabili per diventare autonomi

Sono state individuate una cinquantina di persone disabili alle quali proporre un cammino pilota. Si tratta di imparare a diventare autonomi. Indipendenti nella gestione della vita quoditiana.
A disposizione viene messo un alloggio, dove poter muoversi in sicurezza e mettersi alla prova. La scommessa è quella di apprendere tutte quelle che sono le azioni della giornata. Farsi la colazione, prepararsi il pranzo e la cena mettendosi ai fornelli, tra pentole e ingredienti. Prepararsi la tavola. Ma anche districarsi tra la pulizia personale e i preparativi per andare a dormire, prendendo via via confidenza con l’attività domestica.
L'autonomia passa anche attraverso mansioni esterne, come ad esempio imparare ad andare a fare la spesa o altri acquisti e incombenze.
Insomma, fare tutto ciò che richiede una vita da “single”. Perchè la sfida è proprio quella di essere in grado di cavarsela. È il diritto all’autonomia al di fuori del nucleo familiare.
Il progetto è stato messo a punto dai Comuni dell’Ambito Basso Isontino, capofila l’ente locale di Monfalcone, assieme al Cisi. Un progetto ambizioso, frutto di un lungo percorso condotto assieme alle famiglie dei ragazzi disabili. Al Cisi pertanto è stato chiesto di predisporre un progetto per l’«abitare possibile», progetti di vita indipendente al di fuori del contesto familiare proprio a favore dei disabili. Il piano è stato così approvato dall’Ambio lo scorso fine giugno.
Il progetto prevede una stretta collaborazione, anche economica, tra il Cisi, che gestirà direttamente il servizio avvalendosi di operatori specializzati, e l’Ambito di servizio sociale del Basso Isontino che ha già stanziato fondi dedicati. All’Ater è stata invece richiesta la messa a disposizione di alloggi dove ospitare i disabili. Si tratta di “laboratori dell’autonomia”, seguiti passo a passo dagli operatori. Sono sperimentazioni a rotazione, prevedendo anche la convivenza di più persone disabili. Un processo graduale. Si parte da qualche ora di “libertà” all’insegna dell’apprendimento individuale accompagnato, all’interno dell’alloggio-palestra. Il tutto al fine di permettere questa eperienza a più soggetti interessati.
Orari che in base al livello di apprendimento e al consolidamento delle capacità di gestione autonoma della persona disabile, potranno essere progressivamente ampliati.
Si parla dunque di un percorso appropriato, caratterizzato da fasi propedeutiche di avvio e di sviluppo per la verifica delle competenze delle persone disabili coinvolte.
Si partirà a ottobre con l’avvio di corsi pomeridiani per sviluppare le competenze dei disabili nell’ambito dell’autonomia personale e sociale. Quindi, corsi di cucina e di quanto necessario per pianificare e organizzare le attività domestiche ed extradomestiche. Tutti hanno un ruolo attivo e partecipativo.
La seconda fase è quella pratica: si inizia ad abitare nell’alloggio, fino a permanere per un intero weekend, con il supporto di un educatore. In altre parole, il disabile si cimenta e si mette alla prova, conquistando la capacità, ed evidentemente la soddisfazione, di essere sempre più indipendente.
Terza fase l’autonomia vera e propria: nel 2017 si punta alla costruzione di una rete di nuclei abitativi “semi assistiti” per i ragazzi e i giovani disabili che hanno acquisito buoni livelli di indipendenza, utilizzando case di proprietà o affittate, a fronte di interventi di supporto e assistenza modulati.
Il progetto troverà opportuna connessione gestionale e operativa con il progetto “Tempo libero” già attivato sperimentalmente dal Sil del Cisi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo