Una caccia al tesoro alle isole ecologiche dopo gli spostamenti
Nuove isole ecologiche, in base alla crescita della raccolta differenziata, e Piano del traffico: un “mix” difficilmente amalgabile che ha reso, soprattutto per i meno attenti ai cambiamenti, anche la ricerca dei cassonetti e dei contenitori dove scaricare i riifuti, molti dei quali hanno trovato una diversa collocazione, una vera caccia al “tesoro”. «Erano inevitabili, ma ci sono effettivamente disagi e non sono pochissimi - acconsente l’assessore comale all’Ambiente Umberto Laureni - stiamo raccogliendo le lamentale dei cittadini e quando il progetto sarà stato completato sarò io stesso a fare un approfondito sopralluogo in tutto il territorio per vedere quali eventuali modifiche fare. Frattanto, man mano che l’operazione procede stiamo facendo incontri esplicativi nelle varie circoscrizioni».
Proprio ieri AcegasApsAmga ha informato in una nota di aver incominciato la posa dei contenitori di colore antracite con coperchio marrone, dedicati alla raccolta dell’”umido”, nelle zone di San Giovanni e dell’università in un perimetro delimitato come arterie principali da via Fabio Severo, via Coroneo, via Giulia, via Battisti, viale Sanzio, via Cantù. Fino ad oggi - fa rilevare l’azienda - sono stati posizionati circa 1100 contenitori per la raccolta dell’”umido” nelle zone di Borgo San Sergio, Poggi Paese, Altipiano, Campanelle, Servola, Baiamonti, Valmaura, Melara, San Luigi, Longera, San Vito e San Giacomo. A giugno è partito il progetto per dotare tutto il territorio di isole ecologiche complete dei contenitori per tutte le tipologie di rifiuti: umido, plastica, vetro/metalli, carta e cartone.
«Entro il mese di novembre - annuncia AcegaApsAmga - il servizio di raccolta differenziata dell’umido organico sarà erogato in tutto il territorio comunale». L’azienda fa rilevare che da una tonnellata di scarti di cucina (cioé l’”umido”) si ricavano mediamente 100 metri cubi di biogas con i quali si producono 200 kwh di energia elettrica e 400 chili di compost da utilizzare in agricoltura o florovivaismo. «Man mano che aumenta il numero di contenitori per la raccolta differenziata - rileva ancora Laureni - diminuiscono quelli per l’indifferenziata che però non spariscono e comunque cresce la volumetria complessiva dei contenitori. Finalmente - precisa l’assessore - stiamo raggiungendo l’agognata quota del 30% per quanto riguarda la differenziata, ma è interesse di tutti crescere ancora, anche di chi è contrario all’esistenza dell’inceneritore. Deve anche crescere il grado di responsabilizzazione dei cittadini, in particolare di quelli che continuano a lasciare per terra i rifiuti ingombranti, nonostante i centri di raccolta li prendano gratuitamente.»
In base alle norme vigenti ogni abitante dovrebbe avere un’isola ecologica a non più di 300 metri da casa. «Il 90% dei triestini sarà presto in questa situazione - precisa Laureni - l’operazione più facile in periferia, diventa più complicata nelle trafficate vie del centro».
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