Una Barcolana "tipicamente friulana" Polemica per i manifesti della Regione
Fa storcere il naso lo slogan scelto dalla Regione per i maxitabelloni che pubblicizzano la Barcolana. Interrogazione di Tononi (Pdl) a Tondo: l’assessore Violino colonizza anche la nostra regata

TRIESTE.
E se il prossimo Friuli Doc diventasse, almeno in parte, tipicamente giuliano? Impossibile pronosticarlo, tale è l’imprevedibilità della "globalizzazione" regionale, dettata dalle strategie di chi comanda. Teniamoci per intanto una Barcolana - evento così internazionale da essere orgoglio del campanile di San Giusto - che da quest’anno, a ridosso dell’edizione 42, si risveglia a sua volta un po’... friulana. Tipicamente, eh. Un’ilarità diffusa tra i triestini - condita da picchi di indignazione urlata e anche da un’interrogazione al governatore Renzo Tondo del consigliere regionale del Pdl Piero Tononi - si sta diffondendo in queste ore dopo che in alcuni punti strategici della città, viale Miramare e corso Italia, sono stati appesi degli striscioni che pubblicizzano sia la regata che uno dei principali partner di quest'edizione: "Tipicamente Friulano". Punto.
E vallo tu a spiegare a Toio piuttosto che a Caio che, no, non è che la Barcolana diventa un marchio d’esportazione di Udine e provincia, ma che quel "Tipicamente Friulano” non è che lo slogan per rilanciare in giro per il mondo il Friulano, l’ex Tocai italiano cancellato dalle istituzioni comunitarie a chiusura del dualismo con l’Ungheria. Una strategia studiata dalla Regione e applicata dall’Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, che è uno degli sponsor ufficiali della Barcolana. Una strategia per ridare dignità internazionale a quello stesso Tocai che, per tradizione, scorre a fiumi su gran parte delle barche in gara la seconda domenica d’ottobre.
Quegli striscioni, tanto ineccepibili quanto ambigui, hanno scatenato come detto l’orgoglio triestino, rinfocolando al tempo stesso la polemica anche nelle sedi istituzionali, in particolare quella tra il Pdl giuliano e la Lega, incarnata in questo caso dall'assessore all’Agricoltura di Tondo Claudio Violino, il papà politico del marchio ”Tipicamente friulano”. L’ex uomo di An oggi vicecoordinatore provinciale del Pdl Piero Tononi non ha perso tempo. E ha presentato, da consigliere regionale, un’interrogazione a risposta scritta e in aula con oggetto, testuale, la «Colonizzazione di Trieste con lo slogan ”Tipicamente Friulano”».
«Tale iniziativa - scrive Tononi - segue quella messa in atto a inizio primavera di pubblicizzare tutte le specialità enogastronomiche del Friuli Venezia Giulia sotto il marchio ”Tipicamente Friulano”. ”Tipicamente Friulano” vennero indicate le cozze barcolane e la jota, ma anche i sardoni in savor, i vini del Carso e del Collio, il presnitz, le fave, la putizza e tante altre specialità tipicamente triestine o comunque della Venezia Giulia». Da qui la domanda a Tondo su «cosa intenda fare in merito ai tentativi di ”colonizzazione” strisciante dell’assessore all’Agricoltura che sono da catalogarsi ormai come una vera e propria provocazione» e se il governatore «non ritenga prevedere nella prossima Finanziaria l’allocamento di una posta specifica a favore della promozione delle peculiarità dell’area triestina e della Venezia Giulia».
Tutto ciò, assicura Tononi, senza alcun accenno di polemica contro la Barcolana. Il bersaglio è Violino, che ieri, pur cercato al cellulare, non è stato possibile contattare. Per lui ha parlato il direttore dell’Ersa Mirko Bellini: «Siamo stati cercati, invitati ad essere presenti dagli organizzatori della Barcolana. Il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, atttraverso il suo evento simbolo, non può che essere uno dei punti forti della nostra promozione internazionale del Friulano, che nel nostro stand sulle Rive sarà offerto al pari dei grandi vini del Carso. Queste polemiche non hanno senso, la nostra è una regia regionale unica». Concorda un ruvido Roberto Dipiazza: «La regione - sbotta il sindaco - è una sola ed è la mia regione. Per la Barcolana l’istituzione Regione ha messo una barca di soldi. Dovrebbe essere mia nemica? Ma dai, siamo in Europa...».
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