Una App inglese mappa il contagio
TRIESTE Lo confesso, non sono un amante dei social e delle App. Ma quando qualche settimana fa è uscita in Inghilterra Covid Symptom Tracker per curiosità me la sono scaricata anch’io, scoprendo poi di essere stato uno dei 1,6 milioni di persone che l’hanno fatto nei primi cinque giorni da quando è stata disponibile su AppStore e Google Play. L’App, che non c’entra niente con Immuni, fa una cosa semplicissima: ogni giorno chiede all’utente di riportare sullo smartphone il proprio stato di salute e l’eventuale comparsa di sintomi. Sulla base di queste informazioni, è in grado di generare una mappa geografica dell’andamento della malattia e di trarre informazioni sulle sue caratteristiche.
Covid Symptom Tracker è stata sviluppata da Tim Spector, professore di Epidemiologia Genetica al King’s College London. Uscita il 24 marzo in Inghilterra e il 29 marzo negli Stati Uniti, a oggi sono più di 3,6 milioni di persone che vi aggiornano i dati quotidianamente. Questo sorprendente numero di utenti permette al team di Spector di trarre informazioni epidemiologiche impossibili tramite la diagnostica tradizionale e di farlo in tempo reale, un po’ come fa Google Maps per le informazioni sul traffico automobilistico.
In un paio di articoli pubblicati in queste settimane su Nature Medicine e Science, i ricercatori inglesi hanno rivelato che, tra i 18 mila utenti di Symptom Tracker che hanno fatto un tampone reale, il 65% di quelli risultati positivi aveva riportato come sintomo la perdita dell’olfatto e del gusto, contro il 21% dei negativi. Sulla base di questa informazione, i ricercatori suggeriscono che l’Organizzazione Mondiale della Sanità inserisca questo sintomo tra quelli direttamente associati allo sviluppo della malattia. Tra gli altri sintomi del contagio, l’App rivela che quelli più frequenti sono il senso di affaticamento e la tosse, seguiti dalla diarrea e dalla febbre; la mancanza di respiro sembra essere invece molto meno comune.
Poco medico e molto social, si dirà. Sicuramente, anche visto che la App non ha utilità diretta per il singolo individuo non si sogna di sostituirsi alla normale routine diagnostica. Ma per i sistemi sanitari le informazioni collettivamente generate dagli smartphone sembrano essere di grande rilevanza. Ad esempio, nel Galles del Sud, i sintomi riportati dagli utenti avevano predetto con quasi una settimana in anticipo due impennate nel contagio, come poi le autorità sanitarie avevano effettivamente osservato. In Italia, la Regione Lombardia ha avviato qualcosa di analogo; sarebbe importante espanderlo a livello nazionale specialmente di questi tempi, per capire in anticipo cosa succederà ora che stiamo riaprendo i battenti. –
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