Un virus gigante sbuca in mezzo alle fognature

A scoprirlo a Nord di Vienna è stato un team di ricercatori americani e austriaci. Il suo Dna contiene l'informazione per costruire più di 2500 proteine, rivaleggiando in complessità con i batteri
TRIESTESubito a nord di Vienna, lungo il Danubio, si trova Klosterneuburg, famosa per la splendida abbazia del 12.o secolo e per aver ospitato gli ultimi anni di Franz Kafka. È qui che, andando a frugare nell'impianto di depurazione delle acque reflue della città per estrarne il Dna e sequenziarlo in maniera sistematica, un team di ricercatori americani e austriaci ha scoperto l'esistenza di un nuovo virus dalle dimensioni gigantesche. Il virus è grande quasi mezzo micron (più di tredici volte il virus della poliomielite o tre volte quello dell'Aids, ad esempio) e il suo Dna contiene l'informazione per costruire più di 2500 proteine, rivaleggiando in complessità con i batteri (il più comune batterio intestinale, Escherichia coli, contiene circa 4400 geni).
 
Pubblicato sulla rivista Science e battezzato Klosneuvirus, a perenne memoria della sua origine, il virus gigante ha ravvivato un acceso dibattito nella comunità scientifica su quale debba essere la classificazione degli esseri viventi. Fino agli anni '90, si era soliti dividere il mondo della vita in due dominii, quello degli eucarioti (le cui cellule hanno un nucleo distinto, tra cui i mammiferi e l'uomo) e i procarioti, che comprendono gli organismi senza nucleo. Successivamente, questa seconda branca venne suddivisa per distinguere i batteri e gli archea, organismi questi ultimi che rappresentano i più antichi esseri viventi sulla terra, da cui i batteri si sono evoluti.
 
Ci si chiede ora se la scoperta di un virus gigante così complesso come struttura e funzioni non dovrebbe far pensare a un quarto dominio della vita, quello delle cellule che nell'evoluzione sono svanite per trasformarsi in virus, perdendo la capacità di replicarsi in maniera autonoma. 
 
Mentre virologi e biologi evoluzionisti discutono se dare o meno il benvenuto al nuovo virus nel club della vita, rimane comunque evidente che la varietà degli organismi sul nostro pianeta è molto più complessa di come immaginavamo. La possibilità di sequenziare il Dna da qualsiasi ambiente naturale continua a rivelarci forme di vita di cui finora non sospettavamo l'esistenza, semplicemente perché non riuscivamo a coltivarle in laboratorio.
 
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