Un vaccino nato a Cuba viene usato negli Usa
Si deve ringraziare la fine delle sanzioni voluta dall'amministrazione Obama

Sanità a Cuba, foto d'archivio
Era l'inizio degli anni '80 quando i primi farmaci prodotti grazie alle biotecnologie entravano prepotentemente nella pratica medica. L'insulina fu il primo nel 1982, seguita dall'ormone della crescita nel 1985, il vaccino contro l'epatite B e l'interferone nel 1986, l'eritropoietina nel 1989. Oggi, più di 350 di questi prodotti sono in uso in Europa e negli Stati Uniti.
Preconizzando questo scenario, anche Fidel Castro 30 anni fa decise investire a Cuba nelle biotecnologie. Frustrato dal diniego di ottenere la sede dell'Icgeb stesso a Cuba (il governo italiano e quello indiano al tempo fecero un'offerta imbattibile), il leader maximo decise di fare tutto in proprio: fondò a L'Avana il Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología (Cigb), di cui pare abbia sorvegliato personalmente la costruzione, e potenziò allo stesso tempo le capacità di sviluppo biotecnologico di altri istituti di ricerca cubani, primo fra tutti il Centro de Inmunología Molecular (Cim).
La missione assegnata a questi centri era quella di produrre farmaci per uso interno ma anche per l'esportazione nei Paesi in via di sviluppo.
Il successo fu enorme. Fuori dai riflettori delle grandi aziende farmaceutiche occidentali e banditi da Europa occidentale e Stati Uniti, più di una trentina di farmaci biotecnologici conquistavano un vasto mercato in Europa dell'Est e in America Latina grazie a buona qualità di produzione e prezzi contenuti.
Questa attività è oggi giunta a un traguardo storico. Grazie alla rimozione delle sanzioni decisa dal presidente Obama, un farmaco innovativo prodotto dal Cim a Cuba viene in queste settimane sperimentato anche negli Stati Uniti. Si chiama Cimavax ed è un vaccino terapeutico che agisce bloccando il fattore di crescita Egf espresso dalle cellule del tumore del polmone; la Fda americana ne ha consentito la sperimentazione presso il Roswell Park Cancer Institute di Buffalo, nello Stato di New York.
Se funzionerà come i medici cubani sostengono, potrà entrare in commercio anche negli Stati Uniti, fermando così i pellegrinaggi della speranza che già dal 2011 i pazienti americani con tumori giudicati incurabili compiono nelle cliniche cubane per approvvigionarsi del farmaco.
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