«Un uomo buono scappato dalla guerra. Ecco chi era il clochard morto nel bosco»
TRIESRE «Una persona molto educata, dall’animo gentile, con una vita non facile alle spalle». Così Tina Casale, che abita nella zona di piazza Perugino, traccia un ricordo di Senaid Hasanovic, il clochard trovato morto martedì in un bosco a Cattinara. Lei, quell’uomo che viveva sulla strada, proprio nei paraggi di piazza Perugino, lo conosceva da tempo. Lo aiutava, gli portava molto spesso da mangiare, persino la torta con le candeline per il suo compleanno. Lui ricambiava come poteva, con piccoli regali simbolici. Una volta addirittura con un quadro, acquistato al mercatino della piazza per donarlo a colei che considerava il suo angelo custode.
«Da tre anni viveva sulla strada in questa zona - racconta Tina Casale - con altri due senzatetto. Lo scorso ottobre è stato portato a Cattinara, all’ospedale, per un problema di salute, e da quel momento non l’abbiamo più visto». Che sia rimasto a vagare nella zona di Cattinara da allora? Difficile a dirsi.
«Qui, durante il giorno, stava sempre in piazza, di notte inizialmente dormiva sotto i portici del teatro sloveno, a poca distanza», aggiunge la signora Tina: «So che per un periodo era stato accolto nel dormitorio della Comunità di San Martino al Campo. Ma alla fine era tornato da queste parti, lo vedevo sempre. A lui, come agli altri senzatetto, portavo e porto ancora da mangiare. Ho un figlio grande che vive e lavora in Germania e sento di dover aiutare chi si trova in difficoltà. Potrebbe capitare a chiunque di aver bisogno di un sostegno, magari lontano da casa. Quello che cucino per me e mio marito è ciò che portiamo anche a loro. E per i compleanni prendiamo anche la torta, con le candeline». Anche dalla sede di via Udine di San Marino al Campo ricordano che l’uomo è stato ospite, a più riprese, soprattutto per trascorrere la notte.
Ma qual è la storia di Senaid? «Abbiamo iniziato con un semplice saluto - ricorda ancora Tina - e poi abbiamo cominciato a chiacchierare, sempre più spesso. Mi ha spiegato che era scappato dai Balcani durante la guerra e poi si era un po’ perso. Non so con esattezza cosa sia successo nel corso degli anni, ma è finito così, a vivere sulla strada, insieme ad altre due persone, con le quali spesso trascorreva il tempo sulla piazza. Non raccontava molto del suo passato - aggiunge la donna - ma si capiva che non aveva avuto un percorso semplice. Poi è subentrato anche un problema con l’alcool, purtroppo. Ma con me, come con gli altri, è sempre stato molto gentile ed educato. Ci siamo chiesti subito dove fosse sparito lo scorso ottobre», spiega ancora: «Abbiamo cercato negli ospedali, ma non essendo parenti non ci hanno mai potuto comunicare nulla». Infine la notizia della sua morte solitaria, nel bosco. «Mi è dispiaciuto molto. Conservo ancora il quadro che mi ha donato in segno di riconoscenza. Sono felice - conclude Tina Casale - di avergli dato una mano, così come continuo a fare con gli altri. E ci tenevo a portare alla luce la sua storia».—
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