Un treno carico di nostalgia sulla linea “dimenticata”

La linea ferroviaria che collega la stazione di Trieste Campo Marzio a Trieste centrale, via Rozzol, Guardiella, Villa Opicina, Aurisina e Miramare, si è risvegliata per una manciata di ore grazie al viaggio storico-panoramico “Binari sconosciuti”, frutto dell’ennesima fatica dei volontari del Dopolavoro del museo ferroviario di Campo Marzio.
La risposta della gente è stata massiccia. Il viaggio sarebbe dovuto andare in scena ieri, in occasione della Barcolana e su un treno a vapore, ma lo sciopero domenicale indetto dai ferrovieri ha costretto ad anticipare l’evento. Trenitalia non ha concesso l’uso delle carrozze storiche. Gli organizzatori possono comunque cantare vittoria. Per la prima volta un Minuetto, il treno più utilizzato in Italia per il trasporto regionale, ha solcato i binari della stazione inaugurata da Francesco Ferdinando, facendo il pieno di nostalgia e dimostrando che è tutt’ora transitabile.
Le nuvole del mattino sembrano annunciare un diluvio, ma il Minuetto è gremito di gente e alle nove parte da Campo Marzio. I passeggeri affamati di curiosità mettono subito mano alle macchine fotografiche. Sono numerose le famiglie composte da genitori, bambini e nonni, ma salta all’occhio l’assenza di giovani. Ciò che è rimasto in funzione di quella che l’Austria chiamò Triest Staatsbahnhof e che poi cambiò nome in Trieste Campo Marzio, è un modesto smistamento di carri merci e pure questo sente odore di chiusura, dal momento che il trasporto delle merci su gomma ha “tappato” quello su rotaia. Il Minuetto viaggia spedito in prossimità dei rioni di Campi Elisi e San Giacomo. A bordo, soprattutto da parte dei bambini, aleggia la sorpresa.
Alle 9.10, dopo aver passato la galleria di San Giacomo, il convoglio raggiunge Rozzol-Montebello. L’ex stazioncina conserva la struttura architettonica originale, un’altra testimonianza dell’Impero asburgico sul suolo triestino. La costruzione è stata venduta a privati che pare abbiano deciso di trasformarla in un condominio. Il treno riprende la corsa lungo la linea “Transalpina” che, attraverso Villa Opicina e Nova Gorica, congiunge ancora oggi Trieste Campo Marzio a Jesenice, per diramarsi poi verso Salisburgo e il Centro Europa. Di buona lena, ma in forte salita, il Minuetto imbocca la galleria Revoltella emergendo a Longera e fermandosi lungo il viadotto di Guardiella da cui si gode un’ampia vista. I passeggeri restano incollati ai finestrini, intenti a fotografare dall’alto la città. Dopo il panoramico viadotto Carbonara, il piccolo treno continua la sua salita e il paesaggio si fa sempre più carsico.
A Villa Opicina si intersecano la “Transalpina” e la “Meridionale”. Quest’ultima, a gestione privata durante l’Impero, collega la stazione centrale del capoluogo giuliano a Vienna. Un secolo fa, da Trieste (Campo Marzio e centrale) partivano ogni giorno una ventina di treni per la città imperiale. Tutti diretti. Oggi, nemmeno uno. Anche a Opicina tutto è finito. A dicembre dello scorso anno è stato tolto l’ultimo “passeggeri” verso Budapest.
Invertito il senso di marcia, il viaggio della nostalgia incontra l’ex stazione di Prosecco, un tempo scalo per il bestiame e oggi lasciata al vento, per giungere poi ad Aurisina. La stazione, la più antica in regione, in epoca austriaca fu coincidenza per il transito fra l’Impero asburgico e il Regno d’Italia, nonché il primo collegamento ferroviario del Nord del nostro Paese con il cuore dell’Europa. Fra i treni che ci transitarono, ci fu anche il mitico Simplon Orient Express. Prima di arrivare a Miramare, i passeggeri tornano a incollarsi ai vetri del Minuetto che offrono una vista aperta sul golfo. Giunti alla piccola stazione da cui Massimiliano D’Asburgo scendeva per raggiungere il castello, il treno si ferma per una decina di minuti. Persino Miramare - l’unica stazione della “Meridionale” a essere in pendenza, perché costruita dopo l’inaugurazione della linea – si è vista estirpare i binari di precedenza che facevano da “by-pass” in caso di blocchi sulla ferrovia principale. Alle 10.30, il piccolo Minuetto arriva a Trieste e lentamente l’incantesimo si rompe.
Igor Buric
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