Un tour primaverile per scoprire i segreti della Val Rosandra

Il Comune anticipa e raddoppia la proposta delle uscite naturalistiche nella gola carsica. Si parte a Pasquetta passeggiando «in estremo oriente»
Di Furio Baldassi
Silvano Trieste 18/09/2012 Val Rosandra, il letto del fiume
Silvano Trieste 18/09/2012 Val Rosandra, il letto del fiume

SAN DORLIGO DELLA VALLE. In Val Rosandra si va. Più e più volte. E così il Comune di San Dorligo, ente gestore della Riserva naturale, decide di raddoppiare le tradizionali uscite naturalistiche. Quelle che di solito si svolgono in autunno ma che quest’anno fanno il bis e si propongono già a Primavera.

Si chiama infatti “Primavera in Val Rosandra" il calendario di escursioni che prevede quattro uscite con cadenza quindicinale e che parte proprio il lunedì di Pasquetta.

Le escursioni, che termineranno a maggio, si terranno in lingua italiana e slovena, saranno gratuite e rivolte a residenti e turisti. Per differenziare l’offerta, ogni visita, della durata di tre ore circa, esplorerà una piccola area della Riserva, e porterà un gruppo di massimo 25 persone per lingua a scoprire alcuni aspetti botanici, faunistici, storici e culturali della Val Rosandra.

Le modalità di partecipazione sono assolutamente semplici. Basta prenotare ogni singola uscita contattando la segreteria da lunedì a venerdì 10-13 in lingua italiana telefonando allo 040 224147 (interno 3) ovvero inviando in lingua slovena una mail a info@riservavalrosandra-glinscica.it o tel 040 8329237).

“Primavera in Val Rosandra” si apre, dunque a Pasquetta, con un’escursione intitolata “Goli, passeggiando in estremo oriente” che punta a far scoprire la parte orientale della valle e segnatamente di Grozzana e Pesek. Si viaggerà tra il Krasno Polje di Grozzana e si salirà sul monte Goli (621 metri) che rappresenta l’angolo più orientale dell’Italia settentrionale, coperto di boschi freschi con faggi e boscaglia carsica e solo pochi lembi di landa.

Altro giro, altro paesaggio il 19 aprile. Stavolta il protagonista indiscusso sarà il Monte Carso che consente una splendida visione della valle dall’alto. Da Bagnoli si arriverà alla sella del monte per poi scendere a Bottazzo lungo il sentiero che costeggia il confine e rientrare lungo il fondovalle.

Il 10 maggio dalla casa madre di San Dorligo/Dolina, ci si spingerà fino alla vedetta di Crogole lungo il sentiero CAI n.1 verso la vedetta di Crogole e la cima del Monte Carso (457 mslm). Il percorso continuerà ammirando le rarità botaniche del luogo, come la Moehringia di Tommasini, mentre uno sguardo panoramico mostrerà come gli alberi e le piante erbacee per vivere sono costretti ad arrampicarsi sui versanti e sulle rupi a strapiombo. Durante l’escursione ci si soffermerà ad osservare il torrente Rosandra con la sua particolare cascata. Oltre agli aspetti naturalistici si noterà come il passato della Val Rosandra si intrecci con la storia dell’uomo, il che spiega gli insediamenti umani preistorici e i mulini, l’acquedotto romano e i commerci medioevali, fino all’epoca moderna.

Ed ecco l’ultimo appuntamento, quello del 31 maggio, che convoglierà i gruppi verso il paesaggio calcareo dello Stena e quello arenaceo della valle di Draga. L’itinerario partirà dalla chiesetta in località San Lorenzo per raggiungere il Monte Stena attraverso il sentiero panoramico sulla valle. Dall’alto delle pareti che sovrastano la valle sguardi all’orizzonte per cercare di individuare l’avifauna tipica.

Si scenderà quindi a Draga per poi risalire lungo la valle caratterizzata dalla vegetazione rigogliosa e dalla presenza di acqua in ruscelli temporanei, nelle jazere e negli stagni collegati.

Da notare che, per precisa scelta, tutte le escursioni sono adatte ad adulti e famiglie (bambini dagli 8 anni)

Il Comune precisa anche che tutte le escursioni si svolgeranno alla mattina e saranno accompagnate da due guide. Dureranno all’incirca tre ore con gradi di difficoltà escursionistiche diverse che verranno segnalate dalla segreteria che seguirà le formazioni e le prenotazioni. È previsto il superamento di dislivelli su sentiero (fino a 300m di dislivello) ed è necessario quindi prevedere l’utilizzo di scarpe chiuse adatte ad ambiente montano.

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