Un terminal petroli al 100% triestino

Un piccolo concorrente triestino per la Siot. Nasce con l’acquisizione da parte della famiglia Napp, storica proprietaria di Giuliana Bunkeraggi, dell’ultimo 50% di Depositi Costieri Trieste, società...

Un piccolo concorrente triestino per la Siot. Nasce con l’acquisizione da parte della famiglia Napp, storica proprietaria di Giuliana Bunkeraggi, dell’ultimo 50% di Depositi Costieri Trieste, società erede delle attività petrolifere insediatesi nel tessuto industriale giuliano già alla fine del 1800, inizialmente come Shell Austria. La quota è stata rilevata nei giorni scorsi da Ecofuel spa, società del Gruppo Eni e in questo modo Giuliana Bunkeraggi è diventata l’unico azionista di Dct che dunque passa interamente in mani triestine, tra l’altro in un periodo storico costellato dalla sempre più frequente perdita di marchi nazionali che passano in mani straniere. Dct si occupa di stoccaggio e movimentazione di prodotti petroliferi a basso contenuto ambientale e di olii vegetali destinati al mercato energetico. Lo stabilimento, nel Punto franco olii minerali del porto di Trieste, consta di 28 serbatoi per una capacità complessiva di 145mila metri cubi, serviti da un pontile al quale possono attraccare navi cisterna con portata fino a 30mila tonnellate ed è collegato al raccordo ferroviario di Trieste Servola e alla Grande Viabilità Triestina.

In realtà l’oleodotto della Siot pompa greggio nelle condotte verso Austria, Baviera e Repubblica Ceca, mentre la Depositi costieri triestini tratta prodotti raffinati: gasolio, olio di palma e olio combustibile destinati a autotrazione, riscaldamento, usi industriali e bunkeraggio. In quest’ultimo caso Dct entra in sinergia con Giuliana Bunkeraggi. La governance delle società è l’una la fotocopia dell’altra: presidente Piero Napp (il papà), amministratore delegato Franco Napp (il figlio) che è anche amministratore delegato di Trieste terminal passeggeri avendo la stessa Giuliana una quota in Tami che controlla Ttp con il 60% delle quote. «L’anno scorso abbiamo movimentato 445mila tonnellate di derivati dal petrolio - spiega Franco Napp - ma quest’anno arriveremo a mezzo milione». Per fare un raffronto, la Siot movimenta 41 milioni di greggio. Al pontile di Dct comunque ogni anno arrivano una cinquantina di petroliere. I prodotti petroliferi provenienti dai porti di Capodistria, Fiume, Venezia e Ancona e stoccati nei serbatoi vegono poi distribuiti in particolare sul mercato italiano e su quello austriaco sia via mare, che via gomma con autocisterna, che via treno. Oggi Dct ha una ventina di dipendenti, mentre di 35 persone è composto l’organico di Giuliana Bunkeraggi. (s.m.)

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