Un talento in cucina che evoca i Roxy Music

Ventidue anni ancora da compiere e già un mago ai fornelli. È Bryan Ferri, giovanissimo “chef” dell’incantevole agriturismo “Bellavista” di Prebenico, piccola frazione di San Dorligo della Valle....
Ventidue anni ancora da compiere e già un mago ai fornelli. È Bryan Ferri, giovanissimo “chef” dell’incantevole agriturismo “Bellavista” di Prebenico, piccola frazione di San Dorligo della Valle. Come si fa a definire chef un ragazzo poco più che ventenne? «Ho iniziato ad appassionarmi al mondo della cucina a nove anni, quando ho cucinato la mia prima carbonara!». Di anni da quella sua prima creazione culinaria, ne sono passati alcuni. Ora Bryan, figlio di Gianfranco, titolare del “Bellavista”, è un giovane uomo che può finalmente poter dare sfogo alla sua grande e innata creatività ai fornelli: «Pur non avendo concluso il mio percorso di studi iniziato a Falcade, nel Bellunese, ho continuato a inseguire la mia passione per la cucina. Ho letto un sacco di libri in merito e lo chef che più mi ha ispirato nelle mie creazioni è sicuramente Antonino Canavacciuolo».


Eh sì, perché al noto cuoco di “Masterchef” Bryan sembra proprio aver “rubato” qualche segreto della cucina tradizionale, unendoli a quelli della cucina innovativa. Un esempio? «Dovendo pensare a un piatto estivo, che coniugasse i sapori tradizionali a quelli più “freschi” ed estivi, ho creato un piatto molto appetitoso ed estivo: il filetto di branzino… al mojito». Un piatto da leccarsi i baffi, solo a pensarci. Chissà se il giovane chef ci svelerà prima o poi la ricetta di questo suo piatto inedito? Nel frattempo a svelarci qualche segreto sul cuoco del “Bellavista”, è proprio il papà Gianfranco, che ci ha confidato una curiosità in merito alla scelta del nome di battesimo del figlio: «Non è un caso che abbia deciso di chiamare mio figlio Bryan: Bryan Ferry è stato il leader della band musicale Roxy Music, di cui sono un grande fan». Il “nostro” Bryan però di secondo nome fa Sebastian: «Mia moglie propendeva per questo nome – sottolinea papà Gianfranco – perché in quegli anni era molto popolare il film della “Sirenetta”. Ma io non volevo assolutamente chiamare mio figlio con il nome di un granzo! (nel film “La Sirenetta” Sebastian è il nome del simpatico granchio, migliore amico di Ariel,
ndr
) Così ho deciso di accontentare, in parte, mia moglie».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Il Piccolo