«Un Patto del Nazareno per Porto Vecchio»

Savino : «Noi di Forza Italia siamo per la sdemanializzazione. Serve una commissione bipartisan per gestire il processo»
Il Porto Vecchio di Trieste
Il Porto Vecchio di Trieste

«Tutti noi di Forza Italia siamo completamente favorevoli allo spostamento del Punto franco e alla sdemanializzazione del Porto Vecchio di Trieste». Improvvisamente, un tranquillo sabato mattina, Sandra Savino, parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia, getta la maschera sua e dei suoi colleghi di partito. Non solo, lancia anche una proposta azzardata: «Sigliamo un altro Patto del Nazareno per gestire congiuntamente, centrosinistra e centrodestra, la realizzazione del processo».

L'onorevole Sandra Savino ritratta da Francesco Bruni
L'onorevole Sandra Savino ritratta da Francesco Bruni

Ma onorevole Savino, non ha appena presentato assieme al leghista Fedriga e al grillino Prodani un emendamento, poi bocciato, per abrogare subito la sdemanializzazione innescata invece dall’iniziativa del senatore Pd Francesco Russo?

Un’accusa che mi è stata rivolta in particolare da Roberto Antonione. Ci pensi due volte quando parla di comportamenti in fase di votazioni. Tutti ricordano come un suo tragico errore di voto valse a salvare il governo Prodi.

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Ma ha votato o no per abrogare la sdemanializzazione?

Certo, ma non era un voto perché sono contraria, ma una protesta contro il metodo usato da Russo: un emendamento alle tre del mattino senza alcuna condivisione in città. Non è così che si fa.

Fedriga e Prodani però sono contrari anche nel merito. Lei invece nel merito è favorevole cioé è molto distante dalle idee di Fedriga e Prodani?

Confermo.

Ma Forza Italia ha mai fatto qualcosa a favore della sdemanializzazione?

Una cosa sono i proclami e le marce, un’altra i fatti concreti. Questi ultimi li ha portati il centrodestra. Mi sono rotta le scatole del fatto che sta prendendo piede in città una vulgata comune secondo la quale Forza Italia è il partito del “no se pol”. La sdemanializzazione nasce con due episodi: il primo sono le intese del Piano regolatore del Comune con la variante Barduzzi del 2007 che rende possibili vari tipi di insediamenti nell’ambito della portualità allargata: ebbene sono state portate al voto del Consiglio comunale (e poi approvate anche dal centrosinistra) dalla giunta di centrodestra guidata da Roberto Dipiazza. Il secondo è l’apertura della bretella, con “abbattimento” dei varchi per permettere l’accesso del pubblico alla Biennale diffusa: è stata decisa nella primavera 2011 da Marina Monassi. È esattamente in questo modo che è partito il percorso di riutilizzo dell’area. A questo punto però non posso non inserire una postilla sul Piano regolatore del porto: dicono lo stia bloccando Marina Monassi. Se fosse vero, sarebbe onnipotente, dal momento che lo stop prosegue con tre governi, Monti, Letta e Renzi, che non sono certo guidati da Forza Italia.

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A maggior ragione voi di Forza Italia siete favorevoli allo spostamento del Punto franco?

Ci mancherebbe non fosse così. Il Punto Franco può venire molto opportunamente spostato nell’area acquisita dall’Autorità portuale a Prosecco o al terminal di Fernetti. Ancora meglio, sulla banchina della Ferriera o sulla Piattaforma logistica i cui lavori, va ricordato, possono ora partire soprattutto grazie all’opera svolta da Marina Monassi.

Non le sembra che se Monassi avesse dialogato con gli enti territoriali questa operazione sul Porto Vecchio sarebbe potuta partire ben prima?

Faccio il deputato e mi sto impegnando molto. Non ho avuto tempo per vagliare di chi sia stata la colpa per questo mancato dialogo.

Quando Forza Italia era alla guida del Comune, intese con la variante Barduzzi a parte, non è che si fosse spinta molto avanti su questa strada.

Era una decisione da ponderare e condividere che ha anche risvolti negativi. Ammesso e non concesso che la completa infrastrutturazione, 80-90 milioni di euro si stima, sia a carico di ipotetici megainvestitori, nella prima fase peseranno sul Comune spese enormi per assicurazione degli immobili, transennamento di quelli pericolanti, vigilanza, illuminazione. La gente deve sapere che con le limitazioni imposte dal Patto di stabilità il Comune dovrà sottrarre soldi alle manutenzioni ordinarie o magari a quelle che già oggi sembrano difficilmente rimandabili come il rifacimento della volta della galleria di piazza Foraggi. C’è il tema complesso di come raccordare il Porto Vecchio alla città e al Porto Nuovo anche se mi trova completamente favorevole la proposta di destinare allo sviluppo delle infrastrutture dello scalo i proventi che il Comune introiterà dalla vendità dei Magazzini storici sui quali, oltretutto, pesano i vincoli della Soprintendenza ai Beni architettonici che, se sarà necessario rispettare in toto, comporteranno aggravi di tempi e di spesa.

Potrebbe essere il primo obiettivo di sviluppo della città addirittura per i prossimi decenni?

Credo proprio di sì, per questo serve un coinvolgimento della città intera e di tutte le sue principali rappresentanze politiche nella gestione e nel controllo del processo. Io avevo fatto così quando da assessore regionale avevo aperto il Tavolo sulla riconversione della Ferriera. Poi anche su questo argomento il centrosinistra ha chiuso il dialogo.

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Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Everest Bertoli ha accennato all’ipotesi di costituire una sorta di Commissione tecnica. È questo che propone?

Sì, una Comissione in cui vi siano politici esperti della materia di entrambi gli schieramenti o comunque tecnici che facciano riferimento alle principali forze politiche.

Potrebbe essere una sorta di Patto del Nazareno?

La definizione mi pare ottima: propongo un Patto del Nazareno per il Porto Vecchio di Trieste.

Anche perchè il prossimo anno vi saranno le elezioni comunali. Lei si candida a sindaco?

Vedremo.

Farete le primarie?

Non credo, penso che prima di doverle fare troveremo una sintesi tra le forze di centrodestra, ma quelle vere non le protesi di Cosolini, per un programma e un candidato comuni.

Insomma, se lei sarà sindaco il processo di sdemanializzazione del Porto Vecchio andrà avanti?

Certo che sì.

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